Il delegato della Giordania: “Perché i Paesi arabi dicono ‘Daesh’ e non ‘Isis'”
(askanews) – “Per favore usate il termine Daesh, e non Isis”. Quella alla stampa italiana può sembrare una peculiarità lessicale, peraltro preferita in Usa e in Francia, è una necessità molto avvertita tra i Paesi arabi e del Medio Oriente, come emerge dalla due giorni di lavori dei delegati Nato, a Firenze, in un incontro esteso ai Paesi del Mediterraneo (Gsm) che non ne fanno parte. Lo stesso rappresentante per l’Italia, Andrea Manciulli, nel suo intervento, ha usato la sigla “Daesh”.
“Daesh è il termine dispregiativo col quale il mondo musulmano contrasta quella che vorrebbe costituirsi come Isis, cioè Stato islamico di Siria e Iraq. Bisogna usare questa definizione perché è importante incoraggiare il mondo islamico che vuole combattere con noi questa minaccia”. Con Manciulli, si è ad esempio congratulato Abdel Elah Alkhati della delegazione giordana: “per noi non è uno Stato riconosciuto, quindi è importante usare questa espressione. Daesh prende mira allo stesso modo gli stati occidentali e quelli arabi e dobbiamo essere vigili e agire in coordinazione. Daesh sta cercando di appropriarsi dell’Islam e di parlare a nome di tutti gli islamici. Secondo noi sono fuorilegge dell’Islam e quindi non devono rappresentare né noi né la nostra religione.” Daesh, termine usato anche da Federica Mogherini, sta per “Al dawla al islamiya fi al Iraq wal Sham” (Sham è l’antico titolo della Siria in arabo). Daesh ha un suono dispregiativo, in arabo.