Terremoto ’80, il ricordo del Sacerdote Pasquale Ciani

Negli Archivi Ecclesiastici, tracce del ‘Transitus Domini’: Il passaggio del Signore e di uomini per tramandare una storia che diventa di tutti quanti gli altri. Testimonianza della  nipote Annalisa Mura raggiunta tramite FB

Non è importante in sé che venga narrato un episodio ma è importante riconoscere, nelle diverse situazioni delle vicende umane, come l’umanità abbia vissuto quei momenti. E tutto si evolve in storia, ricchezza che si trasmette e diventa di tutti quanti gli altri. La storia è poter riconoscere negli episodi una presenza di umanità” – il Vescovo Angelo Spinillo.

Dopo una solenne cerimonia eucaristica per commemorare le vittime del terremoto dell’80, si è proceduto ad una riflessione sulla vita e le opere di un uomo che ha lasciato una traccia indelebile: Don Pasquale Ciani. Come cenno di accoglienza e di presentazione, Don Carlo Villano, parroco della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, ha ringraziato le personalità religiose lì presenti come il vescovo Monsignor Angelo Spinillo, Don Ernesto Rascato, Don Peppino Criscuolo, che ha raccolto l’eredità di Don Pasquale Ciani, Don Pasquale De Cristofaro, Don Davide Sglavo, il Prof.re Longobardo e tutti gli altri confratelli che sono intervenuti. In aggiunta, Don Carlo ha altresì porto i dovuti ringraziamenti anche alle altre personalità lì presenti tra cui il generale Cagnazzo, il comandante dei carabinieri  ten. col. Carrara, l’ex sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco, il commissario dell’OPG Luigi Mosca, l’ex assessore Luigi Vargas e l’ex comandante della stazione dei carabinieri Silvio Salzillo. Non sono inoltre da trascurare i ringraziamenti finale che sono stati fatti alla fine del libro rivolti in particolar modo a Mons. Francesco Grammatico, al sac. Sebastiano Paolella, alle Monache Benedettine di San Biagio, al Prof. Vincenzo Marrandino, al Mons. Alfonso D’Errico e a Riccardo Dell’Aversana dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Aversa.

Ritorniamo un pò alla tragedia che colpì il sacerdote Don Pasquale Ciani il 23 novembre 1980, alle ore 19.35, durante l’evento tellurico dell’Irpinia che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Don Pasquale, nel momento preciso del terremoto, si trovava a cenare insieme alla mamma Caterina, alla sorella Antonietta e alla signora Maria Pezone, proprio sotto il soffitto con cupola che crollò per intero, lesionando i muri portanti e facendo andare perdute le decorazioni a olio, a tempera e ‘a finto marmo’ che abbellivano la chiesa. A quei tempi questa notizia destò grosso scalpore: ‘Perché un’intera famiglia? Perché proprio loro? Probabilmente la loro dipartita può essere attribuita ad un soprannaturale atto provvidenziale. Ma chi era Don Pasquale Ciani? Nella biografia a p.6 “…..Uno di quei tanti uomini che ha vissuto con fedeltà la vocazione ad essere accanto al suo popolo, sempre, in tutte le occasioni ed in tutti i tempi e i momenti della vita. Quei sacerdoti che la gente di tutti i ceti sociali ha sentito presenti e vicini perché li ha sentiti parlare la loro stessa lingua, proclamare ed insegnare quei principi morali che erano il comune patrimonio spirituale…”.

Don Ernesto Rascato ci ha invece delucidato riguardo l’importanza degli Archivi Ecclesiastici: “Negli Archivi Ecclesiastici sono conservate le tracce del “Transitus Domini” della storia degli uomini. Sono conservate le tracce del passaggio del Signore e, quindi, dei cristiani. E, fare la memoria, non è riferibile all’avvenimento, ma è fare memoria di un evento che, per noi cristiani, è mistero pasquale. E’ la memoria di persone che sono passate facendo del bene. ‘Transitus Domini’ non solo come passaggio del Signore ma come passaggio dei nostri fratelli e sorelle che hanno scritto pagine indelebili nella storia parrocchiale, nella storia civile, nella storia di tutta la chiesa. La cura della memoria gioia a scoprire non solo le proprie radici culturali ma trovare, nel deposito degli archivi, un valore indistruttibile. Pensare al futuro avvalendosi delle passate esperienze. “Transitus domini” nel senso di coltivare, conservare, trasmettere quello che siamo, illuminando il presente. Per la chiesa i bene culturali sono non solo strumenti della cultura, ma strumenti di pastorale e di evangelizzazione. Allora, scrivere e leggere pagine di storia, tra i documenti di archivi, significa, non solo investire in cultura, ma aiutare ad edificare la chiesa in questo mondo e nel mondo del domani.

Ilaria Rita Motti

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