Natale, messa di fine anno all’Istituto Volta

Lunedi 21 Dicembre Messa di Natale presso l’Istituto Volta di Aversa. La dirigente scolastica Laura Orsola Patrizia Nicolella, in prima fila, è apparsa piuttosto entusiasta dell’affluenza di docenti che hanno presenziato in questa particolare circostanza.

Parole senz’altro significative hanno echeggiato negli animi degli astanti, affinché l’amorevolezza, l’altruismo e la misericordia avessero il sopravvento nell’ambiente scolastico in questione e giungessero col modificare atteggiamenti a volte sbagliati e contro-producenti. Caratteristiche di molti ambienti.

Un momento di riconciliazione collettiva, un modo diverso di vedersi e di stare insieme. Le parole del sacerdote sul ‘Cantico dei Cantici” della Sacra Scrittura ci hanno aperto gli occhi sul significato intrinseco del Natale, su come è opportuno che venga visto e considerato: “L’amore che Dio ha per il popolo d’Israele è lo stesso amore che un giovane può provare per la sua sposa, fino a pensare di donare la sua vita per lei. Il Natale deve essere visto come l’incontro col Signore che non é un Giudice severo che sta con la lista dei nostri peccati, pronto a presentarcela ma è lì per venirci incontro ed aiutarci. Questo è l’atteggiamento che noi Cristiani dovremmo avere nell’attendere il Natale, ovvero, aspettare Colui il quale ci capirà nonostante tutte le nostre manchevolezze”.

Alcuni concetti vengono dati per scontati ma in realtà ognuno di essi contiene dei significati molto profondi su cui spesso non riflettiamo. Per molti il Natale consiste soprattutto nella fase consumistica in cui  lo scambio dei doni diviene consono esclusivamente alla festività, un dare e avere senza concrete fondamenta. Ma cosa continuare a dire in questo micidiale momento storico in cui la minaccia del terrorismo continua a perseverare e la paura incombe ovunque a causa di un nemico subdolo, che non esclude nessuno e che uccide a spada tratta, per un non so che? Cosa comunicare anche ai giovani presenti durante la messa? Il sacerdote ha così continuato.

In questa parte del Vangelo che noi stiamo trattando c’è l’incontro di Maria ed Elisabetta, la prima volta che due donne si apprestano con franchezza, con gioia e con accoglienza. Maria ha appena saputo dall’Angelo che sarebbe divenuta la mamma del Messia e, nonostante fosse incinta, è lei che va incontro ad Elisabetta. Appena entra in casa, Elisabetta la benedice. Benedire vuol dire ‘dire bene degli altri’, conoscere il bene che c’è nella vita. In particolare, dire il bene dell’altro significa riconoscere nell’altro la vita di Dio”.

Subito dopo questo esempio il sacerdote ha indotto la platea scolastica presente  a fare sempre il primo passo nelle situazioni di malessere comunicativo. “Quando l’altro non si avvicina, avviciniamoci noi”. Questo non starebbe a denotare debolezza ma, semplicemente un approccio alla vita mediatica. Il ricambio avverrà automaticamente,  assaporando quella ‘felicità esistenziale’ fatta di istanti indimenticabili.

Ilaria Rita Motti

Redazione

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