Aversa. Concerto di Natale della “Parente” nella Chiesa della Madonna di Casaluce
L’Istituto Comprensivo Gaetano Parente e il concerto di Natale presso la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, con disponibilità e sintonia d’intenti da parte del parroco della Chiesa Don Carlo Villano.
Tra i docenti-musicisti Gianna Dicorato in veste di direttrice di coro e organizzatrice generale, Francesco Palumbo al fagotto, Gianfranco Di Lella al violino e direttore di orchestra musicale, Donato Meo al pianoforte, Nicola Simonelli al clarinetto, Pasquale Sorbino in veste di docente di educazione musicale e pianista. Le classi principalmente coinvolte nell’utilizzo dello strumento, quelle ad indirizzo musicale, in particolare la IIA e la IIIA. Una poliedricità di strumenti ha troneggiato all’interno di quello che fu una parte del Castello Angioino, all’interno dell’attuale abitacolo sacro che, per pochi mesi all’anno, contiene l’icona bizantina della Madonna col Bambino di Casaluce, preziosa immagine in bronzo, di leggenda proveniente dai paesi arabi, poi presso Castel dell’Ovo di Napoli e poi qui.
Un Istituto Parente che quest’anno è stato in grado di unire l’Oriente con l’Occidente aversano, che ha evidenziato un grande striscione della pace, in segno di sdegno nei confronti di quanto stia continuamente raggelando gli animi di molti alla incessante e spiazzante visione di giovanissimi trucidati per l’insignificante idea di guerra.
“Vogliamo la pace, abbasso la guerra!!”. Un coro di piccolissimi dell’elementari, sollecitati anche dall’insegnante nonché collaboratrice Carmen D’Angelo, per la prima volta si è esibito in maglietta rossa. Al contempo, un gruppo di ragazzi e ragazze, rigorosamente gestiti, hanno dignitosamente percorso il corridoio centrale della chiesa, chiamati singolarmente per nome e per strumento, e infine, fatti esibire in maniera fantastica, a mò di piccolo Teatro San Carlo, in un’atmosfera polifonica sorprendente. La preside Enrichetta Ferrara è stata lì presente sin dall’inizio, orgogliosa del successo riportato da docenti e discenti. Il pubblico, numerosissimo, ha partecipato in maniera calorosa e solare, soprattutto perché coinvolto emotivamente.
Nei Natali che si ripetono a go-go, sempre più consumistici che d’intenzionalità più intimistica (come sarebbe il caso che fossero), queste rappresentazioni dimostrano che i sacrifici dei ‘grandi’ adulti sono ripagati da un ‘feedback’, da un ‘ritorno’ impareggiabile, perché incitante a fare di più. Si sono inoltre visti primeggiare giovanotti dalle corde vocali strabilianti, di ceti umili sì, ma ‘eccelsi’. In cosa si contraddistingue questa scuola? Nell’essere in grado di fare emergere i talenti degli umili, dei meno agiati. Il talento prescinde dalla casata nobiliare, prescinde dal conto in banca. Il talento va soprattutto a braccetto col cuore e perbenismo che anche una saggia casalinga può conferire al proprio figlio. Un esempio eclatante? Il nostro Domenico Cimarosa, figlio di una lavandaia e di un muratore, per sorte voluta, uomo futuro di grande talento. Cosa vien da concludere?
Incominciamo col rivalutare il nostro Cimarosa, affidiamo ai giovani della Scuola parente il loro giusto merito e sforziamoci di non abbattere questa scuola dall’excursus musicale di rinomata specie. Basta ricordare il concerto di Vito Russo, grande maestro e artista di questa scuola, eseguito a giugno, grazie alla collaborazione con l’ex sindaco Giuseppe Sagliocco il quale ha, senza indugio, acconsentito a tale richiesta, consapevole della grandiosità di siffatto uomo, pur se agli sgoccioli della sua esistenza. Vito Russo dopo un mese morì e quell’ultimo concerto fu provvidenziale per immortalare una mitica presenza dell’Istituto Parente che, oltre alle doti meravigliose e alla finezza d’intelletto, primeggiava per umanità e particolare predisposizione specie per i giovani disagiati. Questa è stata e questa continua ad essere la Scuola Parente, nonostante le tante difficoltà e l’incombenza di posseder un’utenza molto più bisognosa d’aiuto, arma a doppio taglio, tuttavia, che la contraddistingue dalla tendenza solita. Apprezziamo la singolarità e l’animosità con cui ci si propone. Buon Natale!!!
Ilaria Rita Motti