Il sistema Museale di Aversa: dal Museo Civico al Museo della Musica

Dagli incontri con la cittadinanza ha preso corpo la proposta per un sistema Museale ad Aversa, sintetizzando le diverse idee e analisi vagliate ai tavoli di lavoro.

Nella visione strategica di una città dell’arte e della musica, appare evidente la necessità di porre le basi  per una sistema Museale, elemento portante di una struttura per un offerta culturale e turistica di Aversa, in grado di competere come polo attrattivo nazionale ed europeo.

Le proposte valutate, sono da inserirsi in un quadro più ampio, del quale è parte integrante la proposta per la destinazione di San Domenico per l’Auditorium della musica.

I programmi evidenziati, consentono, se c’è l’opportuna convergenza politica e amministrativa, la realizzazione degli stessi, con investimenti contenuti dell’ente locale e un arricchimento negli anni con contributi e progetti derivanti da fondi europei e regionali o da donazioni private (si pensi al DL Bonus del ministero dei Beni Culturali), coinvolgendo quella parte di società imprenditoriale (filantropica, se esiste) che può ritrovare nell’arte e nella cultura un interessante ritorno d’immagine per la propria attività.

La proposta è quella di creare il Polo Culturale cittadino a San Domenico, adiacente ai maggiori centri attrattivi aversani, con Museo Civico e Museo della Musica (Pinacoteca, Manoscritti, Spartiti e strumenti, etc.) e Auditorium per la musica.

Il Chiostro già di proprietà dell’ente locale e la vecchia sede comunale, richiederebbero piccoli lavori di adeguamento. La chiesa a navata unica già ottima per l’acustica e di proprietà del FEC, può essere in base alla normativa vigente, riportata nel patrimonio dell’ente locale e costituire un titolo spendibile per attrarre fondi europei e nazionali, intorno alle personalità di Cimarosa e Jommelli.

Agli spazi necessari per l’ampliamento degli uffici del giudice di pace di Aversa, si destinerebbe l’area dell’ex OPG, ormai dismessa (da gennaio) a favore delle strutture denominate REMS, come prevede la legge. Questo complesso ha caratteristiche più che consone per gli uffici del giudice, non richiede messa in sicurezza, parcheggi, etc e consentirebbe un grande risparmio di denaro pubblico e la riqualificazione dell’area, una grande cittadella della giustizia civile.

Nel caso non fosse possibile perseguire per problemi burocratici questa prima opzione, la scelta più opportuna è quella di Palazzo Orineti, bellissimo contenitore del Cinquecento, che ospito nel Settecento la Regina di Polonia, già di proprietà comunale e oggi in stato di scandaloso abbandono, ma che conserva intatte e ancora fruibili le sue strutture. Anche per questa location, l’investimento sarebbe ridotto, evitando lo spreco di un edificio bellissimo e inutilizzato.

Insomma in linea con il principio generale di raggiungere gli obiettivi un passo alla volta, evitando faraonici progetti che prevedono di mettere in bilancio somme impossibili, e contando di coinvolgere nel processo realizzativo le forze sociali del terzo settore, del volontariato sociale e culturale, la scuola e la cittadinanza attiva, ci sembra un percorso concreto, da arricchire work in progress con nuovi contributi, in attesa del recupero definitivo della casa del Cimarosa, dell’ex Ospedale di Sant’Eligio (Casa del fascio) e delle molte altre strutture comunali.

Redazione

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