LegArt festival nell’eleganza di Palazzo Parente. Il sindaco Natale di Casal di Principe e il prof. Buondonno conferiscono la dovuta dignità all’agro aversano‏

Il 7 Dicembre verso Palazzo Parente l’Associazione ‘Giovani  Normanni’ presieduta da Carmine Palmiero dell’ex gruppo politico ‘Noi Aversani’, ha ospitato in una delle eleganti stanze del Palazzo il sindaco Renato Franco Natale di Casal di Principe per testimoniare le potenzialità del nostro agro-aversano, in un’ottica diametralmente opposta a quella che continuamente viene reclamizzata con l’appellativo ‘Terra dei Fuochi’: “Nonostante le difficoltà, siamo riusciti a portare le opere di Caravaggio a Casal di Principe” – Ha così esordito il sindaco. Continuando “In particolare, l’opera sull’incredulità di S.Tommaso. Si tratta di una copia del ‘600. La gente oggi non crede alla possibilità della Resurrezione. Nel quadro in questione Gesù induce Tommaso a toccare il suo costato. Non c’è nessuna Resurrezione se non attraverso la lotta e il dolore. Ecco che dobbiamo metterci impegno e sacrificio”. Interpellato su un suo ultimo viaggio a Bruxelles: “Sono stato lì per la presentazione di un soggetto sociale, insieme a tante altre Associazioni anti-camorra. Sembra strano ma a Bruxelles il modello italiano si presenta come importante e vincente, soprattutto riguardo il riutilizzo dei beni confiscati. Ben presto a Bruxelles verrà aperto un punto vendita di prodotti provenienti dai beni confiscati sia di Sessa Aurunca che di Casal di Principe. Molta gente si è detta: ‘Come siete riusciti a fare questo?’ Se non siamo consapevoli delle nostre potenzialità, non possiamo procedere successivamente. Ogni fallimento può costituire il presupposto per un traguardo successivo. Noi italiani di solito siamo bravi solo a crocifiggerci”.  Ricordiamo che Casal di Principe ultimamente sta godendo di rinomata fama dal punto di vista artistico-culturale-pittorico.. Una terra riscattata, oramai, che è stanca di essere additata soltanto per le negatività, ma che ha tanto di positivo da mostrare. Capolavori d’arte di ogni tipo lasciano attoniti i visitatori, basiti che un qualcosa di così alto valore potesse venire a verificarsi in una terra recriminata prevalentemente solo per atto di camorra e per inquinamento di ogni specie. L’incontro in questione è stato fondamentale per sottolineare il fatto che non è vero che il Casertano e, in particolare, l’agro aversano,  sia la zona con più alto tasso d’inquinamento e che questa sia una pura e mera strumentalizzazione di altri affinché, probabilmente, si giunga a parlare di bonifiche e quant’altro. Non si sa se siamo noi cittadini a permettere un tale stato di cose, ma di certo quasi nessuno, dinnanzi ad una deflagrazione mentale di cittadine dalla cultura e dalle potenzialità inedite, si sforza di dare merito a ciò che gli appartiene. E’ una forma mentis che dovrà necessariamente cambiare se si vuole dare una svolta alla nuova politica e al nuovo fare. Un fare basato sul coraggio e sulla capacità di avvalersi dei momenti di caduta per poi riprendersi. Una controtendenza che molti, tra cui anche l’ex sindaco Giuseppe Sagliocco di Aversa, hanno pagato e pagano ma con il tornaconto di essere riusciti, in poco tempo, a cambiare una cittadina in meglio, con risultati che continuano ad essere visibili agli occhi di tutti. L’essere diversi induce ad essere spregiudicati e, forse, poco tollerati. Ma proprio dall’unicità dell’essere che si giunge alla modifica di tanti esseri che solo insieme riescono a dare conferma su quanto si dice e si fa. Tra gli altri interventisti il Professor di pedologia Buondonno della II Facoltà di Architettura degli Studi di Napoli, particolarmente addentrato verso lo studio delle biotecnologie per la salute e l’ambiente: “Ho sentito dire che da una parte ci sono i negazionisti, da un’altra gli allarmisti ed in mezzo la criminalità scientifica. Nulla di più balordo. Sia gli allarmisti che i negazionisti sono persone che non hanno una base scientifica e che lavorano sostanzialmente sulle ideologie. La verità scientifica non può stare in mezzo a due idiozie ideologiche. La verità scientifica sta sopra. Noi abbiamo in mano una norma molto efficace che è la 152 del 2006 che deriva a sua volta dalla legislazione statunitense. Questa norma riferisce che bisogna prendere come riferimento delle concentrazioni di elementi potenzialmente tossici. Iniziamo col dire che zinco, rame, piombo, mercurio, cromo, tellurio e tanti altri sono elementi naturali  che ci stanno sempre e che, solo superando determinate concentrazioni, possono diventare pericolosi. Mi dispiace ammetterlo, ma spesso vengono riferite cose non attendibili. Nel 2008 venne detto che ad Acerra vi erano 10 ettari contaminati. In seguito ad una nostra perlustrazione abbiamo constatato che non c’era nessuna contaminazione ma solo sforamenti di piombo, zinco e rame. Sforamento vuol dire che anziché essere 100 era 110. Poco prima c’era stata la bufala sulle diossine che sono 411 con generi che si assomigliano, di cui solo 12 sono tossiche. Non abbiamo mai trovato diossine nelle mozzarelle. Sembra quasi che ci si diverta a martorizzare sempre di più il nostro territorio. In realtà il dado tratto è proprio questo. Ma la gente non si rende i conto perché non vuole leggere i ‘numeri’”. Su un obiettivo di ripristino strutturale e culturale puntano i soci di ‘Giovani Normanni’, i quali hanno preordinato una serata gradevole anche dal punto di vista musicale e culinario, proponendo prodotti dalla notevole salubrità che hanno sincerato gli astanti a permanere volentieri per un parlare giusto e pulito, che esuli dal solito dire ma che ci ponga avanti a dati di fatto concreti che possano, poi, essere in grado di contraddire una tendenza malefica che attanaglia il nostro popolo e che è usata da chi di dovere per fini strettamente personali e di interesse. ‘Insieme si può’, questo il loro slogan.  Una maggiore consapevolezza di ciò che veramente siamo può sicuramente conferire candore al nostro pregevole e rinomato agro che, a differenza di quanto altri continuano a sostenere, ha tanto da offrire.                                       Ilaria Rita Motti

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