Liceo Artistico di Aversa. “La Scuola Si Apre Alla Città”
“La Scuola Si Apre Alla Citta’ ” – lo slogan del Liceo Artistico che ha riguardato l’intera attività organizzativa in tre giorni quali il 17, il 18 e il 19 dicembre. Tre giorni di grande fermento che ha messo in evidenza il maestoso chiostro della suddetta scuola, in un’atmosfera di altri tempi che sicuramente ha lasciato attoniti gli astanti. Un’occasione organizzata dalla Preside Molinaro del Liceo Artistico di Aversa, insieme alle prof.sse Minale e Pezzella. Il giorno 17 Dicembre é stato presente, sotto sentito invito, anche l’ex sindaco Giuseppe
Sagliocco il quale è rimasto del tutto entusiasta delle bellissime opere messe in mostra e della disinvoltura con cui i giovani si adoperavano a presentare quanto realizzato. Una singolare luminaria scintillava all’entrata dell’antico portone d’entrata dell’Istituto, un intreccio di luci per la prima volta eseguito con grande eleganza e maestria. Capolavori artistici eseguiti dai discenti interni: un manufatto in ceramica esibito rappresentava Aversa intorno all’anno 1030, con la rappresentazione grafica del condottiero normanno, Rainulfo Drengot, insieme a mercenari, cavalieri e cavalli. Le parole della Preside: “Il Liceo Artistico è frequentato da ragazzi che amano l’arte e sono capaci di realizzarlo in maniera eccelsa. Le testimonianze sono tutti i lavori che vedete esposti qui stasera. L’obiettivo della scuola è quello di far conoscere al territorio ciò di cui i ragazzi sono capaci. C’è tanta professionalità sia degli alunni che dei docenti. Questi ultimi, in particolare, riescono a trasmettere l’amore per l’arte. La scuola deve interagire col territorio. I ragazzi devono trovare un sentiero che gli consenta di passare dalla scuola al mondo del lavoro, in modo tale di essere capaci di progettare e realizzare un prodotto finito che è l’arte che i nostri ragazzi riescono a descrivere”. Ad essere davvero suggestivo un presepe eseguito dal prof.re Cicala, lavorazione a mano, con prima cottura in terracotta, con pezzi successivamente smaltati e decorati nuovamente.
Ilaria Rita Motti
