Verdini, D’Anna: “E’ capro espiatorio: diventato la foglia di fico del Pd”
“La canea di dichiarazioni su parole mai pronunciate da Dennis Verdini, nel corso dell’esauriente dibattito sulla presentazione del libro dedicato al ‘patto del Nazareno’, credo rappresenti il segno della vacuità di analisi politica che connota alcuni settori del Pd“. Lo dice in una nota il senatore Vincenzo D’Anna, portavoce del gruppo ALA (Alleanza Liberalpopolare Autonomie), che poi così prosegue: “si attribuisce al gruppo ALA ed al suo leader un potere in grado di snaturare l’essenza stessa del Partito democratico immemori del fatto che tutte le vicissitudini parlamentari cui è andato incontro il governo Renzi, sono nate e nascono all’interno dello stesso Pd laddove un’agguerrita minoranza non perde occasione di creare ostacoli al presidente del Consiglio“.
Per D’Anna: “Verdini, dunque, è diventato una specie di capro espiatorio, ovvero la foglia di fico dietro la quale nascondere le contese interne del Partito democratico”. “Quanto allo snaturamento dell’essenza stessa del Pd, tirata in ballo da più di un democrat – continua D’Anna – la risposta è addirittura icastica: campeggia nell’atrio del gruppo Pd in Senato la statua bronzea di Luigi Sturzo e nell’ufficio del capogruppo Zanda sono affisse le foto di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, nonché un preziosissimo manoscritto del grande politico di Caltagirone. Si tratta di un pantheon di immagini che ben rappresenta la già avvenuta metamorfosi e la fusione tra quelli che erano i simboli di ideologie contrapposte e tra di loro incompatibili. Metamorfosi e fusione servite ai post comunisti per accreditarsi (per loro convenienza) come partito politico presso gli elettori moderati”.
“Per quanto ci riguarda – conclude il portavoce di ALA – non intendiamo ereditare dal Pd tali improvvidi accostamenti, né, sono certo, Denis Verdini ed Ala hanno l’ambizione e l’intenzione di entrare in quel confuso pantheon quanto, invece, contribuire semplicemente a riformare, in senso liberale, uno Stato massimo non più compatibile con la modernizzazione della Nazione”.