Caivano. Il Parco Verde senza scuola: 500 bambini ancora a più rischio reclutamento

bruno mazzaQuando non avevo la scuola, andavo a fare rapine. Chiudere la scuola significa consegnare ancora di più i bambini al ‘Sistema’. A parlare così a Storiacce su Radio 24 della soppressione dell’Ic Viviani-Papa Giovanni del Parco Verde di Caivano, nel napoletano, è un ex affiliato alla camorra, Bruno Mazza, ora volontario lì con l’associazione Un’infanzia da vivere. Alla nuova Scampia, al grande supermarket della droga, nel pieno della Terra dei Fuochi, e all’allarme creato dall’ordinanza con la soppressione dell’Istituto, è dedicata la puntata di Storiacce di Raffaella Calandra in onda sabato 20 febbraio ore 21.30.

Negli ultimi tempi, lo spaccio di droga è quadruplicato al Parco Verde. Ora vengono tutti qua quelli che andavano a Scampia, racconta ancora su Radio 24 Mazza, che è stato in passato studente di quell’Istituto. “Tutte le volte che io da alunno venivo espulso da scuola per come mi comportavo, per tutti quei giorni di sospensione, andavo con altri coetanei a fare atti vandalici, scippi, rapine. E da lì poi siamo stati avvicinati e reclutati dall’allora capo del Parco Verde, il boss Alfredo Russo, che ci ha fatto entrare nel Sistema. A 16 anni, divento il suo braccio destro e mi fa dirigere le piazze di spaccio. Di 14 coetanei, siamo sopravvissuti in due. Ogni giorno, ora qui al parco Verde almeno 500 bambini sono a rischio. E senza la scuola, lo saranno ancora di più. Vedranno solo spaccio e tossici, senza alternativa“.

Giuseppe BorrelliOpinione condivisa anche dal procuratore aggiunto della DDA di Napoli, Giuseppe Borrelli, che ha coordinato anche molte inchieste sul parco Verde. “Una scuola può essere tantissimo in condizioni eccezionali e io ritengo che il Parco Verde di Caivano rientri tra le aree di eccezionale degrado. Eliminare una presenza dello Stato da aree degradate, significa far sentire i cittadini per bene abbandonati e  significa consentire alla criminalità maggiore facilità nel reclutamento di nuove forze. Laddove il territorio non è stato rioccupato dallo Stato, la conseguenza è stata la nascita di queste bande di ragazzini“.

Redazione

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