Caravesema è sinonimo di Quaresima: moglie del defunto Carnevale

Oggi è ”Caravesema”. E’ frequente nelle nostre zone udire tale termine, il quale, è sinonimo di Quaresima. Il folclore popolare, identifica Caravesema come moglie del defunto Carnevale. ”Carni vale” significa: carni addio! Esaurire cioè le ultime scorte di carni prima della primavera e insieme alla sregolatezza alimentare, la liberazione dalle regole e dai tabù.

Il Carnevale è il linguaggio di simboli e travestimenti. Difatti, Il carnevale coincide all’incirca con il periodo che precede la primavera, quei mesi di gennaio-febbraio.

La Quaresima è il periodo di penitenza e moderazione che inizia con il “Mercoledì delle Ceneri” per finire la “Domenica delle Palme”, essa è una ricorrenza nella quale si rievocano i quaranta giorni in cui Gesù digiunò pregando nel deserto, e i cristiani si preparano all’arrivo della Pasqua.

Quando le tradizoni ancora legavano gli aversani a riti ed usanze popolari, era solito in questo periodo appendere sotto ai portoni o fuori finestre e balconi, una bambola di pezza, solitamente vestita di nero, raffigurante una vecchia ”longa e secca” che veniva arsa nel giorno ”Sabato Santo”. Da qui deriverebbe lo sfottò ”Me pare Caravesema”, alludendo alla figura caricaturale della suddetta bambola.

FILASTROCCA ‘E CARAVESEMA: ”Caravesema secca secca,sa magnato ‘e fiche secche, pe na puca ‘e baccalà, Caravesema ‘a busciulata. Sa miso ‘o panno ‘ngapo, va vennenno ‘e ruoccoli ‘e rape, sa miso ‘o panno a cculo, sa magnato ‘e maccarune”. Questa simpatica filastracca, andrebbe anche ad indicare il cibo di magro che si può mangiare durante la Quaresima, cioè:”ruoccoli e baccalà”.

di Luigi Cipullo

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Redazione

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