Giulio Regeni, fiaccolata in ricordo del ricercatore. I dubbi sull’inchiesta egiziana
Circa duemila persone stanno partecipando stasera alla fiaccolata in memoria di Giulio Regeni a Fiumicello, in provincia di Udine. Il lungo corteo sotto una intensa pioggia è partito dal Municipio per raggiungere il vicino centro polifunzionale dove si terranno brevi interventi. Al centro polifunzionale, frequentato anche da Giulio, nonostante la pioggia si stanno alternando gli interventi del sindaco dei giovani – carica coperta fa Giulio quando aveva dodici anni – del parroco don Luigi Fontanot, che ha anche letto il messaggio dell’arcivescovo di Gorizia, Redaelli.
Restano intanto i dubii sull’inchiesta egiziana. Dall’esame autoptico eseguito ieri sera sul cadavere di Giulio Regeni, il ricercato italiano ucciso al Cairo, non sarebbero emersi segni di abusi o di violenze sessuali subiti dal giovane. Regeni è morto per un colpo ricevuto in testa. L’equipe di medici legali ha riscontrato sul giovane i segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni, fratture in varie parti del corpo, tuttora oggetto di analisi così come il colpo al capo che ha provocato il decesso. La frattura della colonna cervicale è stata determinata quasi certamente da una torsione innaturale del collo del giovane da parte di una persona che gli stava di fronte, ha avuto come conseguenze la rottura del midollo spinale e una conseguente crisi respiratoria, alle quali è seguita, infine, la morte.
Un autorevole quotidiano filo-governativo egiziano, Al Ahram, riferendo su risultati dell’inchiesta scrive che prima di scomparire il 25 gennaio Giulio Regeni ha partecipato ad una festa di compleanno “in compagnia di un certo numero di amici”. Finora dai principali resoconti era emerso che Regeni fosse diretto, ma non arrivato, alla festa e fosse stato rapito durante il tragitto nel centro del Cairo prima delle 20.
“Le indagini degli uomini della Sicurezza” hanno analizzato “gli ultimi momenti prima della scomparsa della vittima ed si è constatato che egli era in una festa in compagnia di un certo numero di suoi amici e dopo è scomparso il 25 gennaio”, scrive il giornale sulla sua versione cartacea. Con analoga fonte coperta (“secondo le indagini della sicurezza relative agli ultimi momenti”), l’informazione compare anche nel sito di Al Ahram (“la vittima partecipava a una festa in compagnia di diversi amici prima della sua scomparsa il 25 gennaio”).
“La squadra di inquirenti esamina tutte le relazioni della vittima, sia con egiziani che con stranieri residenti al Cairo, e i luoghi che frequentava”: lo scrive la versione cartacea di Al-Ahram. Il quotidiano rivela che “il generale Alaa Azmy, assistente del direttore del Dipartimento generale delle indagini di Giza”, ha diretto investigazioni “approfondite per esaminare gli appartamenti abitati” della Città del 6 ottobre (il quartiere all’estrema periferia ovest del Cairo a nord del quale è stato rinvenuto il corpo di Regeni) “per esaminare coloro che li frequentano e li abitano”.