Morte Luigi Ciaramella, l’accusa punta all’aggravante dell’omicidio colposo

Un passo avanti verso la verità. E’ stata questa la conclusione dell’udienza tenuta il 19 febbraio presso il tribunale samaritano nell’ambito dell’inchiesta volta ad individuare i responsabili dell’incidente stradale che costà la vita al giovanissimo Luigi Ciaramella.

Un’azione giudiziaria partita oltre 7 anni fa per conoscere una verità che coinvolge anche società di servizio pubblico ed istituzioni, tra queste l’Enel e la Provincia. E’ proprio da quest’ultima che arriva un segnale importante per la conoscenza delle responsabilità delle istituzioni che, secondo l’accusa, potrebbero avere concorso a causare la morte del giovane.

Con una nota del 26 gennaio 2016 il dirigente del settore viabilità della Provincia di Caserta invita l’Enel a rimuovere o, quanto meno, a mettere in sicurezza il palo presente sulla strada provinciale numero 131 all’altezza della intersezione con la strada provinciale numero 62 “Madonna di Pantano”, questo “per eliminare – scrive il funzionario – gli eventuali pericoli per la circolazione stradale derivanti dalle palificazioni poste in prossimità delle strade”. In pratica, secondo l’accusa sarebbe un’ammissione indiretta dell’errore commesso da chi ha sistemato il palo ad un metro e mezzo dalla carreggiata e non a 7 metri come prevede il codice stradale favorendo, involontariamente, insieme a chi non ha controllato la correttezza dell’installazione, l’impatto fatale dell’auto del giovane Luigi sul palo. Un dato denunciato ai titolari dell’inchiesta dal padre, Biagio Ciaramella, oggi rappresentante dell’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada, fin dal primo momento. Il dato sarà utilizzato nella prossima udienza, fissata per il 15 luglio, per ottenere il riconoscimento dell’aggravante del reato di omicidio colposo compiuto a danno di Luigi che rischierebbe di andare in prescrizione per decorrenza dei termini. Con il riconoscimento dell’aggravante questo non accadrà più e sarà possibile ottenere giustizia dalla magistratura che ha chiamato sul banco degli imputati i funzionari dell’Enel, della Provincia e della società addetta alla segnaletica stradale responsabili del settore all’epoca dei fatti. Un’eventuale condanna, da parte del giudice, potrebbe comportare un importantissimo precedente per imporre d’autorità la messa in sicurezza di decine, forse centinaia, di pali per l’illuminazione presenti sulle strade provinciali che potrebbero causare la morte di moltissimi automobilisti come avvenuto per Luigi Ciaramella.

Redazione

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