(VIDEO) Caivano. Spaccio di stupefacenti, minori usati come corrieri: blitz dei Carabinieri

In data 8 febbraio 2016, nelle province di Caserta, Napoli e Ravenna, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione a 42 provvedimenti cautelari (di cui 19 in carcere e 23 al regime degli arresti domiciliari), emessi dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su conforme richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettanti soggetti, tutti indagati per il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

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II provvedimento restrittivo della libertà è stato emesso a seguito di un’articolata attività di indagine, condotta tra il mese di settembre 2013 e il febbraio 2015, avente ad oggetto la riorganizzazione della gestione delle piazze di spaccio nel comune di Santa Maria Capua Vetere e comuni limitrofi, conseguente alla disarticolazione del gruppo Fava avvenuta nell’anno 2013. In particolare a seguito dell’aspro conflitto tra le famiglie Fava e Bellagiò per il controllo del mercato della droga, conflitto che ha determinato anche episodi violenti, quali esplosioni di colpi d’arma da fuoco ed attentati incendiari, le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere sotto la direzione della DDA di Napoli avevano consentito di trarre in arresto, in esecuzione di fermo del P.M., i vertici del gruppo Fava che decidevano di collaborare con la giustizia.

Gli spunti offerti dalle dichiarazioni dei collaboratori e le ulteriori attività investigative, consistite in attività tecniche di intercettazioni, servizi di OCP e riscontri consentivano di delineare i nuovi scenari relativi allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, con la formazione di nuove piazze di spaccio, operanti nella città di Santa Maria C.V. che si approvvigionavano dello stupefacente nella provincia di Napoli.

Come riportato dal GIP nel provvedimento cautelare le indagini hanno permesso di appurare che:

  • i luoghi di appuntamento in Santa Maria Capua Vetere e nella vicina San Prisco erano Piazza Mazzini, l’anfiteatro, la villa comunale, il liceo classico e le C.d. “palazzine” nei quali alcuni soggetti, già contigui alla famiglia Fava, avevano proseguito in proprio l’attività delittuosa coinvolgendo nuove leve, in particolare giovani, nell’attività di spaccio.
  • l’approvvigionamento in particolare della Cocaina, avveniva oltre che in Caivano, nella zona nota come “Parco Verde” anche nei comuni di Casal di Principe e di Orta di Atella, con diversi soggetti che si dividevano i ruoli di acquisto gestione e spaccio dello stupefacente.
  • Lo stupefacente del tipo marijuana veniva coltivato nelle campagne tra i comuni di San Tammaro e Santa Maria la Fossa, occultato in campi di tabacco, dove venivano addirittura rinvenute oltre 1000 piante, a riprova del volume dell’attività.

Nelle dinamiche criminali ricostruite vi è anche l’episodio in cui per motivi allo stato non chiari, verosimilmente legati a dinamiche di carattere sentimentale dei rispettivi figli, uno degli indagati compie un attentato nei confronti del negozio di telefonia gestito da un altro indagato in Orta di Atella esplodendo alcuni colpi di arma da fuoco contro le vetrine.

Circostanza che sottolinea la gravità delle attività delinquenziali è il fatto che il gruppo non esitasse ad impiegare minori nell’attività di spaccio o che addirittura li portasse a seguito al fine di sviare i controlli delle Forze di Polizia .

Sintomatico di tale “modus operandi” è l’episodio in cui uno degli indagati occultava la sostanza stupefacente nelle salviette umidificanti o nel C.d. “ovetto kinder” di un minore.

Redazione

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