Aversa. Bike sharing, sarà solo per i ricchi?
In discussione non il costo del noleggio ma il tipo di carta di credito che necessita per accedere al servizio: carte di credito riservate solo ai conti correnti “floridi”.
In tanti amici ci chiedono con mail, messaggi, telefonate che cosa sarà e come funziona il bike sharing. Facciamo una premessa ed entriamo nel tecnico. Il bike sharing è uno degli strumenti di mobilità sostenibile a disposizione delle amministrazioni pubbliche in diffuse in tutta Europa e nel mondo. Vengono installate delle stazioni in diversi punti della città dove collocare le biciclette. Le biciclette sono bloccate e sono utilizzabili dopo averle sbloccate o con una chiave o con una tessera contactless. A seconda del sistema, alla fine dell’utilizzo la bicicletta può essere riportata in un’altra stazione o obbligatoriamente nella medesima stazione di partenza. Torniamo sul caso di Aversa. Molti dunque ci chiedono come funziona: abbiamo chiesto in giro e risposte certe non abbiamo possiamo presumere che funzionerà come il bike sharing di Napoli o di tutte le grandi città. Se così fosse la situazione non ci piace per niente perché è a favore per chi ha i soldi e non certo accessibile alle categorie agiate come gli anziani oppure chi guadagna poco ovvero i giovani.
Pare che il bike sharing di Aversa, presupporrà una registrazione con l’App, successivamente chiede di collegare la carta di credito ma attenzione non la comune carta di credito tipo Postepay o PayPal ma una di quelle tipo American Express, Visa o similare con i numeri rialzati, quindi un prodotto che non tutti possono permettersi. Questo tipo di carte di credito vengono concessi dalle banche solo a chi ha un conto corrente florido, una soglia di spesa abbastanza elevate ed idonee garanzie immobiliari, di stipendio, ecc. Dunque un servizio non aperto a coloro che non passano una vita economicamente agiata come le collaboratrici domestiche straniere, le badanti che banno molto in bicicletta. Non potranno farlo gli extracomunitari, né i nostri studenti e né gli anziani che vivono con la pensione e pochi sanno come si utilizza un’app sullo smartphone o la carta di credito. Allora ci chiediamo se non sia il caso che il Comune studi e realizzi una formula tipo abbonamento molto più semplice per fare in modo che veramente le biciclette siano utilizzate da tutti.