Aversa. “L’Agorà e la Piazza”, secondo giorno di formazione organizzato da AICC e AFN

Nella Sala Guitmondo del Seminario Vescovile di Aversa, giovedì 17/03/2016, si è tenuto il secondo corso di formazione rivolto a docenti ed alunni, istituito dall’A.I.C.C presieduta dal prof. Tommaso Zarrillo, dall’Associazione Forense Normanna presieduta da Pasquale Fedele e dalla Diocesi di Aversa. I relatori del II argomento del corso ‘L’Agorà e la Piazza’ sono stati la prof.ssa Vittoria Gatto ed il prof. Giuseppe Mattia.

Il lavoro si è articolato come un vero e proprio excursus, dall’agorà (piazza ai tempi dell’antica Grecia) fino alla piazza virtuale dei giorni nostri. Si è parlato di storia, di filosofia, di grammatica latina e greca. L’attenzione è stata rivolta ad argomenti che riguardavano: l’architettura urbanistica, la ceramica greca, la Stoà pencile e il dipinto di Raffaele Sanzio “Lo sposalizio della Vergine”. Nel corso della conferenza  si è conferito ampio spazio ad una particolare forma di governo nota come ‘timocrazia’,  teoria politica greca codificata da Platone e soprattutto da Aristotele, una forma di costituzione in cui diritti e doveri del cittadino sono stabiliti secondo classi censitarie, cioè dipendono dalle ricchezze. In opposizione alla timocrazia si è discusso della ‘democrazia’, forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti. Il tema che ha attirato di più l’attenzione degli astanti è stato l’ostracismo, un metodo in base al quale venivano mandati in esilio gli ostracizzandi, un po’ come l’attuale nomination dei reality show televisivi.

Verso la fine di questo discorrere esaustivo e acculturato sono stati evidenziati il tema delle piazze virtuali, ovvero, quelle oggi utilizzate maggiormente dai giovani, i cosiddetti ‘social network’. Al termine è stato rivolto un omaggio ad Umberto Eco che, proprio in riferimento ai social, ha affermato: “I social permettono alle persone di restare in contatto tra loro, ma danno anche diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino ed ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”.  Un’attestazione palese della assoluta necessità di ritornare a quelli che erano i bisogni primordiali dell’epoche passate, una comunicazione ‘face to face’, genuina, pura, senza alcun pregiudizio. Un plauso ai due coniugi professori classici a cui si può attribuire anche il merito, ironicamente parlando, di realizzare  “un’agorà marino” anche quando prospicienti al limpido mare portuale di quel di Palinuro, paesino cilentano dal nome attribuibile al mitico nocchiero di Enea, addormentatosi mentre conduceva la flotta verso l’Italia. Vittoria Gatto e Giuseppe Mattia, vigili verso ‘i viaggiatori distratti’ e altrettanto arguti di saper cogliere genialità proprio dai sonnolenti temporanei, perché incisivamente propensi ad un dialogo di piazza ad occhi aperti.

Ilaria Rita Motti

Redazione

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