Aversa. Presentata l’associazione psicosociale “Coming out”
“Accettarsi… Farsi accettare… Vincere l’indifferenza… Superare i pregiudizi…”. Ha suscitato grande interesse la presentazione dell’associazione di volontariato “Coming out Parliamone” organizzata presso la sede di via De Chirico. Circa 200 persone domenica sera hanno ascoltato i promotori del sodalizio, guidato dalla psicoterapeuta Teresa Gordon, presentare le ragioni di questo nuovo percorso che tra i vari fini si pone quello di dare risposte competenti a tematiche di forte impatto sociale.
“L’associazione psicosociale Coming out Parliamone di Aversa – spiegano i promotori – nasce per creare momenti di confronto su tematiche psicologiche e sociali. Rappresenta un’occasione per confrontarsi su pensieri, idee e opinioni. Momenti per lasciar fluire le risonanze emotive attraverso l’ascolto competente“.
Coming out offre uno spazio di incontro e di confronto su tematiche omofobiche e non solo: Psicoterapia di gruppo, sostegno alla genitorialità, consulenza legale , naturopatica e nutrizionale. Coming out è ‘venire fuori’, aprirsi all’altro, ma soprattutto a se stessi . Coming out vuole essere la dimostrazione che con il ‘coraggio’ si può combattere la paura la vergogna e la sofferenza.
L’associazione si impegnerà contro tutti i tipi di discriminazione: “Nessuno dovrebbe ricevere un trattamento sfavorevole e svantaggioso per via della sua classe sociale,della sua origine etnica, della sua nazionalità o della sua condizione di apolide, della sua razza ,del suo sesso, del suo stato civile, del suo orientamento sessuale, della sua disabilità mentale o fisica, delle sue opinioni politiche e delle sue credenze religiose. Quando è in gioco il benessere delle persone non bisogna fare alcun tipo di distinzione. Bisogna concretizzare l’uguaglianza, perché il diverso non esiste“.
L’associazione si impegnerà contro tutti i tipi di discriminazione: “Nessuno dovrebbe ricevere un trattamento sfavorevole e svantaggioso per via della sua classe sociale,della sua origine etnica, della sua nazionalità o della sua condizione di apolide, della sua razza ,del suo sesso, del suo stato civile, del suo orientamento sessuale, della sua disabilità mentale o fisica, delle sue opinioni politiche e delle sue credenze religiose. Quando è in gioco il benessere delle persone non bisogna fare alcun tipo di distinzione. Bisogna concretizzare l’uguaglianza, perché il diverso non esiste“.