Casapesenna. Ars Felix, “finissage” della mostra “Gli anni Settanta all’ombra della Reggia”

Una fine che ha il sapore di un inizio. Ieri sera, 3 marzo, al Centro di aggregazione giovanile per l’arte e la cultura di Casapesenna, un aperitivo tra organizzatori, artisti, personalità istituzionali e tanti cittadini ha sancito il “finissage” della mostra “Ars Felix. Gli anni Settanta all’ombra della Reggia”, curata da Luca Palermo e voluta dal consorzio Agrorinasce e dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Seconda Università degli Studi di Napoli. Non poteva che chiudersi con un momento di festa l’evento che ha scosso il panorama artistico e culturale di Terra di Lavoro e la cui eco ha travalicato i confini provinciali e regionali.

agrorinasce_arsfelix_finissage_03_030316Tra i presenti, gran parte degli artisti che hanno esposto, il sindaco della città, Marcello De Rosa, l’amministratore delegato di Agrorinasce, Giovanni Allucci, il curatore, Luca Palermo, e Giuseppe Miele e a Salvatore Di Bona, familiari di vittime innocenti di camorra e fondatori di “Terra Nuova” (foto cortesia: Marco Riccio). «Finalmente – commenta il sindaco Marcello De Rosa –, i riflettori mediatici si sono accesi per evidenziare aspetti positivi della città. Ringrazio per questo Agrorinasce, la Sun, gli artisti e tutti i volontari che hanno contribuito al successo della mostra. L’aver restituito al territorio un bene confiscato alla camorra, sotto forma di Centro d’arte e cultura, ha per noi un significato che travalica persino l’evento artistico in sé. Quello che era un “fortino del malaffare” oggi è un luogo visitato da migliaia di turisti provenienti da tutta Europa: sono queste le azioni che imprimono il senso della svolta che si sta vivendo in paese. E, ogni giorno, proviamo ad aggiungere un tassello al rinnovamento, anche se c’è ancora chi, per biechi personalismi, non vorrebbe che su Casapesenna alitassero venti nuovi». Dal 1 marzo, le sale del Centro sono state restituite a Miele e a Di Bona, in quali, con la loro associazione, animeranno corsi di pittura e di scultura per i giovani del territorio. A vegliare su di loro resteranno i lavori, spiraglio di speranza e di rinascita, degli street artist Giò Pistone e Alberonero. «“Ars Felix” è stata un’esperienza fantastica, che speriamo si possa ripetere», affermano Di Bona e Miele. «L’aver visto migliaia di studenti entrare in quella che era la villa-bunker del boss Luigi Venosa per noi è stata un’emozione indescrivibile. Ricordiamo che quando mettemmo piede per la prima volta in quello stabile fu, insieme, commovente e liberatorio. Grazie a tutti!». In appena 4 mesi di esposizione, la forza simbolica di “Ars Felix” è riuscita a portare a Casapesenna più di 5mila persone: numeri da capogiro, se si pensa che l’intera manifestazione è stata realizzata con i pochi fondi messi a disposizione da Agrorinasce e un piccolo contributo della Fondazione Polis, contando, invece, molto più sulla passione e sulla fiducia nel territorio degli organizzatori. Gli studenti della Sun, le “didascalie parlanti”, hanno accompagnato alunni, magistrati, intellettuali, semplici cittadini nelle sale, spiegando le opere, incuriosendoli, dialogando con loro. Non una semplice e banale visita guidata monologica, quanto, piuttosto, una vera e propria esperienza culturale, che è sempre culminata con la partecipazione attiva alle performance di volta in volta messe su dagli artisti in mostra e non solo.

Redazione

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