La Storia di Aversa. La Cappella di Santa Caterina in Via Roma‏

Era una Cappella al pianterreno, sita in Via Roma al civico 69, in quel basso che fa angolo con Via La Marmora (Abbascio ‘a funnina), quest’ultima, era sotto al giurispadronato dei Governatori dell’AGP (Ave Maria Gratia Plena) organo meglio conosciuto come ”Complesso dell’Annunziata”.

Alcuni storici locali, ci ricordano di questa soppressa edicola, ignota è l’epoca di fondazione ma, in alcuni documenti, si legge che i suddetti governatori il 7 maggio del 1621 avevano la facoltà di celebrar messe. Accanto alla chiesetta, vi era un patibolo ove furono impiccati i rivoltosi nella ribellione del 1701 lungo palmi 16 e largo 15.

aversa via roma cappella santa caterinaL’interno non era molto ampio, si ricorda un piccolo altare di discreta fattura ed un affresco dedicato alla Santa di Alessandria che si festeggia il 25 novembre. I testi della letteratura popolare parlano di Caterina come una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili, abitante ad Alessandria d’Egitto. Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria. Per l’occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi. Caterina, però, invita Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell’umanità e rifiuta il sacrificio. Non riuscendo a convincere la giovane a venerare gli dèi, Massimino propone a Caterina il matrimonio.  Al rifiuto della giovane, il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo. Sarà un miracolo a salvare la ragazza che verà però decapitata. Secondo la leggenda degli angeli porteranno miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai (vedi angeli in foto). Caterina divenne, poi, la patrona degli studenti di teologia e la titolare di molte confraternite femminili ed in particolare, la protettrice delle apprendiste sarte. Viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca, la palma che tiene in mano indica il martirio, il libro ricorda la sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all’insegnamento (insegnanti e Ordini religiosi come i Domenicani e gli Agostiniani).

La suddetta Cappella, fu dissacrata con Decreto Vescovile il 12 Febbraio 1942 e venduta ad un negoziante di alimentari. I devoti del quartiere, ”ad perpetuam rei memoriam”, vollero dedicare alla martire quell’edicola che si trova di fronte, proprio sotto l’arco che immette in Via Cesare Battisti (verso il Lemitone), conosciuto proprio come ”arco di Santa Caterina”(dove di fianco c’è il bar ”La Brasilena”). Oggi, in quel che un tempo fu un luogo di venerazione, insiste un negozio di bigiotteria.

Luigi Cipullo

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Redazione

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