Miele, Coldiretti Napoli: “Un vasetto su due è straniero”

Un barattolo di miele su due in vendita in Italia è stato in realtà prodotto all’estero per effetto del record nelle importazioni che hanno raggiunto la quantità di 23,5 milioni di chili nel 2015, con un aumento dell’11% all’anno precedente. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat dalla quale si evidenzia una vera invasione con gli arrivi che nel 2015 hanno raggiunto il massimo di sempre e provengono principalmente dall’Ungheria con 7,4 milioni di chili, seguita dalla Cina con 4,8 milioni di chili, quasi il doppio rispetto allo scorso anno, e poi dalla Spagna che con 2,3 milioni di chili sorpassa la Romania, comunque in crescita con 1,9 milioni di chili.

La provincia di Napoli produce quasi 364mila chilogrammi all’anno realizzati in oltre 10mila alveari (stima 2013 Apas, Apicoltori Campani Associati).

“Siamo molto preoccupati – spiega Emanuele Guardascione, presidente di Coldiretti Napoli – per questo ulteriore segnale che arriva dal mercato. Sono molti i paesi stranieri che spingono su prodotti che sono tipici della dieta mediterranea, visto il trend crescente di consumi mondiali. Ma accade spesso che le importazioni prendano strade truffaldine, ingannando il consumatore. Il miele, tuttavia, è una componente essenziale della nostra cucina. Pertanto nei prodotti lavorati, come biscotti, dolci o torrone, potrebbe finire di tutto. Per questo chiediamo un’etichettatura trasparente, che consenta un consumo consapevole e informato”.

“Il comparto – aggiunge Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Napoli – in questi anni è cresciuto per numero di operatori e per alveari allevati. La crescita è stata il frutto di una tendenza socio-culturale che ha attratto verso l’apicoltura nuove figure professionali, talora molto distanti dal mondo agricolo. Nella nostra provincia si conferma il trend generale e i consumatori apprezzano la qualità espressa dai nostri produttori. Un rapporto di fiducia cresciuto grazie ai mercati di Campagna Amica, dove c’è la certezza di portare a casa prodotti sicuri e di prima scelta”.

La produzione in Italia – sottolinea la Coldiretti – ha peraltro visto un netto aumento con quantità stimate che si aggirano nel 2015 sui 23 milioni di chili di un prodotto importante in quanto tale ma anche per l’essenziale lavoro di impollinazione delle api, perché come diceva Albert Einstein: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina e in Romania) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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Redazione

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