Napoli. Consigliere comunale occupa abusivamente spazi elettorali: la denuncia di MO-UM
MO-Unione Mediterranea, candidata alle prossime elezioni comunali con il progetto “NA-Napoli Auotnoma” in sostegno al sindaco uscente Luigi De Magistris, è tra i pochi gruppi politici che a Napoli si sta impegnando a favore della campagna No Triv per il referendum del 17 aprile. La nostra campagna di affissione è totalmente autofinanziata e realizzata grazie al supporto di tanti volontari napoletani che operano nel pieno rispetto della legalità, come ci si aspetta da chi ama davvero la Città.
La scorsa notte, intorno all’ 1:00, i nostri attivisti hanno fotografato a via Posillipo, manifesti abusivi ad opera del consigliere comunale Vincenzo Moretto.Il consigliere ha occupato con manifesti chiaramente elettorali spazi pubblici riservati esclusivamente alla campagna referendaria sulle trivelle, in maniera ambigua, con un messaggio senza simbolo e senza indicazione del sindaco che appoggerà. Altri manifesti di Moretto, apposti negli spazi riservati al referendum, sono stati intercettati a via Taddeo da Sessa, via Manzoni, via Petrarca, Coroglio.
Vincenzo Moretto, che fa politica dal 1975 ed è consigliere comunale dal 1997 per Alleanza Nazionale, dovrebbe sapere che la città si ama rispettandola: un politico napoletano d’esperienza, nonché rappresentante del popolo, conosce bene le regole d’affissione e pertanto lo scarica barile delle responsabilità, riversate sulla ditta pagata per affigere i manifesti abusivi, non regge. Chi conduce unacampagna elettorale seria, si premura, come MO-Unione Mediterranea, che i propri manifesti vengano affissi solo là dove è consentito. Mentre noi ci adoperiamo con tutti i mezzi a disposizione per segnalare l’accaduto, speriamo che la stampa segnali l’enorme scorrettezza di Moretto verso i cittadini e che il consigliere faccia rimuovere immediatamente i manifesti illegali. Siamo difronte ad un esempio antidemocratico vergognoso: la campagna referendaria è un diritto costituzionalmente garantito. Calpestarlo con tale prepotenza, coprendo gli spazi destinati con messaggi di altra natura, equivale ad interrompere un comizio elettorale autorizzato.