Uccise una ragazza, pirata della strada trovato dopo 15 giorni

L’8 marzo era uscita col marito a fare due passi lungo viale Europa, a Crema. Era in Italia da un paio di mesi, in visita a parenti. Un’auto l’ha falciata, mentre stava passeggiando con l’uomo che è rimasto ferito e sotto choc. Beqiraj Besarta, 25 anni, albanese è morta in ospedale dopo ore di agonia.

Due settimane dopo, “grazie agli sforzi e alla determinazione degli agenti, alcuni dei quali hanno anche lavorato fuori servizio, perché per loro era diventata un’esigenza dare giustizia a questa donna”, spiega il comandante della Polstrada di Cremona, Federica Deledda, l’investitore ha un nome: è un padre di famiglia, un uomo insospettabile che lavora in un panificio, il quale dopo essere stato chiamato nel distaccamento di Crema della Polstrada per accertamenti, ha ammesso di essere il pirata della strada.

Per lui è scattata una denuncia per omicidio colposo, omissione di soccorso e fuga. Non l’arresto perché non c’era più la flagranza di reato. Le indagini non sono state facili: nessun aiuto dalle immagini delle telecamere di sicurezza della zona. Solo il pezzo di uno specchietto retrovisore e di un faro ritrovati a terra sul luogo dell’investimento. Sul pezzo di faro, però, c’era un particolare che si è rivelato importante, una data: 9 novembre 2007. Il fatto poi che quella scocca fosse di colore nero ha permesso di accertare che si trattava di un veicolo modello base e, quindi, con uno screening dei veicoli immatricolati in quel periodo, di risalire a una Fiat Grande Punto. Proprio la vettura del pirata della strada.

Gli agenti hanno quindi controllato tutte le auto di quel tipo nel Cremonese e nel Lodigiano, oltre 2000, passando al setaccio anche gli sfasciacarrozze e pochi giorni fa hanno scoperto che il furto di un’auto di quel modello era stato denunciato a Milano il 21 marzo. Le attenzioni si sono concentrate quindi sull’operaio e alcuni testimoni hanno raccontato che, dopo l’8 marzo, l’uomo aveva preso alcuni giorni di ferie e che non l’avevano più visto con l’auto. Davanti agli agenti l’operaio ha capito di non avere scampo e ha ammesso le sue colpe.

Le indagini comunque non si fermano al fine di chiarire che fine abbia fatto la vettura e se qualcuno abbia dato aiuto all’imputato per nasconderla o a farla scomparire per sempre.

Redazione

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