Aversa. “Gli antichisti e la grande guerra”, terzo convegno AICC, AFN e Diocesi Aversana
Mercoledi 30 marzo presso la Sala Guitmondo del Seminario Vescovile si è tenuto il terzo incontro di formazione rivolto a docenti ed alunni, incontro organizzato dall’AICC presieduta dal prof. Michele Zarrillo, dall’AFN – Associazione Forense Normanna presieduta dall’Avv. Pasquale Fedele, e dalla Diocesi di Aversa. A tenere il corso la prof.ssa Maria Luisa Chirico che ha trattato la tematica “Gli antichisti e la grande guerra”.
Tra i grandi studiosi dell’epoca la Chirico ha menzionato in prima linea con Giorgio PasqualI (uno dei più grandi filosofi classici italiani della prima metà del 900 che compose anche degli opuscoletti sulla concezione storicistica dell’archeologia) e il de Santis che fu uno dei grandi professori d’italiano che lavorò durante il periodo fascista.
Tutti e due di formazione tedesca, appartenente alla generazione dell’800-900, hanno dovuto studiare in Germania per ricondurre in auge l’eredità classica del nostro umanesimo. Essi intervennero al grande dibattito intitolato “La polemica italiana della grande guerra ed il destino dei popoli”. Questo avvenne, sempre secondo la Chirico, in quanto, partire dal 500-600, gli studi classici in Italia cominciano a declinare, mentre si diffondevano in Olanda e poi successivamente in Germania.
“Tutti gli studiosi della scienza antica – ha continuato la Chirico – sono cresciuti nell’ambito della società filologica tedesca, nel bel mezzo dello scoppio del conflitto mondiale. Lo studio filologico si rivela improvvisamente in altra Germania. Giorgio Pasquali ritorna in Italia proprio con lo scoppio della guerra mondiale, attraverso un viaggio rocambolesco, e scrive la sua lettera al ‘Giornale d’Italia’ intitolandola ‘La barbarie teutonica’.” Un giornale che richiama gli italiani al dovere di sostenere il governo, in base ad un accordo internazionale di propaganda che ha garantito trent’anni di pace e prosperità. Il Pasquali ha voluto soprattutto ironizzare sulla pretesa barbarie teutonica, portando la testimonianza della sua esperienza personale.
Gaetano De Santis, molto vicino al neutralismo di Giolitti, tende invece a considerare una scissione del giudizio, vale a dire, lo storico non deve dimenticare l’episodio del Belgio traumatico e violento e dall’altro canto deve considerare la Germania dei rissosi. Quindi la Germania degli studi classici, secondo De Santis, non si deve confondere con la Germania della triplice alleanza e delle guerre. Girolamo Vitelli, filologo sannita, fondatore dell’Associazione italiana di cultura classica, insegnò prima verso l’università di Firenze, da cui si ritirò dedicandosi profondamente all’organizzazione di una nuova scienza, la scienza papirologica. Così interviene la Chirico a tal proposito: “Per tutti coloro che hanno intenzione di continuare con gli studi classici, bisogna dire che la papirologia è uno studio molto importante da approfondire. Ai papiri dobbiamo la scoperta di testi che non conoscevamo.”
Un incontro, quest’ultimo, che ci ha sempre più accostati al dramma bellico e alla magnificenza classico-culturale che veniva emergendo proprio in quegli anni, forse perché ispirati da una sofferenza inespressa e indifesa che avrebbe potuto creare solo capolavori.
Ilaria Rita Motti