Napoli. Vertenza Almaviva, interrogazione parlamentare in Commissione Lavoro

“Nella giornata di ieri, martedì 12 aprile 2016, ho depositato un’interrogazione in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati sulla vicenda Almaviva”. Lo dice l’On. Anna Maria Carloni, deputata dem, Componente della IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni)

L’atto, controfirmato dagli onorevoli Luisa Bossa, Giorgio Piccolo e Michela Rostan, mira a far luce sull’ennesima crisi industriale che segna il territorio napoletano, e che si inquadra in una grave vertenza nazionale, con quasi 3000 esuberi fra i poli di Roma, Napoli e Palermo. L’interrogazione – sottolinea – è figlia della necessità di dar voce ai lavoratori dell’intero gruppo, ed in particolare di quelli napoletani, che hanno ricevuto, al momento, il solo supporto del gruppo regionale del PD, mentre è tardata ad arrivare una presa in carico da parte della pattuglia campana dei deputati PD”.

Abbiamo dunque chiesto al Ministro del Lavoro se non ritenga opportuno impegnarsi per la sospensione delle procedure di licenziamento già comunicate dall’azienda alle organizzazioni sindacali e ai rappresentanti dei lavoratori, nonché di attivarsi al fine di garantire l’attivazione delle procedure utili all’ottenimento degli ammortizzatori sociali. Infatti, – ribadisce – è importante sottolineare che tali esuberi sono aggravati dal fatto che la classificazione aziendale di Almaviva non è industriale, ma relativa al settore terziario, poiché svolge attività riconducibili all’ambito dei servizi; di conseguenza, ciò porrebbe i lavoratori, in caso di riduzioni del personale, nella condizione di non poter usufruire degli ammortizzatori sociali”.

Pertanto, è necessario impegnarsi ad una rapida risoluzione di tale crisi aziendale, affinché questa non vada ad appesantire un quadro occupazionale già in forte difficoltà, soprattutto nelle regioni meridionali, ed in particolare nel napoletano. A tal fine, – conclude – confidiamo nel tavolo che oggi, mercoledì 13 aprile, si aprirà al Ministero dello Sviluppo Economico, con un presidio fuori il Dicastero a partire dalle ore 10:00, al quale sarò presente per portare la mia solidarietà ai lavoratori”.

Interrogazione a risposta scritta in XI Commissione “Lavoro pubblico e privato”

CARLONI, BOSSA, PICCOLO GIORGIO, ROSTAN – Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali – Per sapere – premesso che:

L’azienda “Almaviva Contact SpA” con 45.000 dipendenti, di cui 13.000 in Italia e 32.000 all’estero, rappresenta il 6° Gruppo privato italiano per numero di occupati al mondo, il 3° a guida imprenditoriale, con un fatturato al 31/12/2015 pari a 709 milioni di euro.

Con questi numeri, Almaviva è da oltre 20 anni il leader di mercato in Italia nell’outsourcing di servizi CRM (customer relationship management) per aziende private ed enti pubblici, potendo contare su 13 impianti nel nostro Paese.

In data 21 marzo 2016, l’azienda ha comunicato l’avvio delle procedure di riduzione del personale, ai sensi della legge 23 luglio 1991 n° 223, per 218 posizioni di lavoro cosiddette full time equivalent;

In particolare, tale riorganizzazione aziendale potrebbe tradursi, considerato l’orario ridotto mediamente già applicato, in un esubero di circa 400 lavoratori per la sede di Napoli;

Esuberi aggravati dal fatto che la classificazione aziendale di “Almaviva Contact” non è industriale, ma relativa al settore terziario, poiché svolge attività riconducibili all’ambito dei servizi; di conseguenza, tale modifica, porrebbe i lavoratori, in caso di riduzioni del personale, nella condizione di non poter usufruire degli ammortizzatori sociali;

Tali comunicazioni hanno destato grande preoccupazione nei lavoratori, i quali hanno organizzato diverse manifestazioni di protesta, con la partecipazione anche di esponenti politici ed istituzionali delle diverse realtà eventualmente toccate da tali licenziamenti:

Se il Ministro sia a conoscenza dei fatti illustrati, e non ritenga opportuno di impegnarsi per la sospensione delle procedure di licenziamento già comunicate dalle aziende alle organizzazioni sindacali e ai rappresentanti dei lavoratori; di sostenere l’applicazione di quanto previsto dal cosiddetto “decreto Lavori Appalti” in merito alle clausole sociali; di attivarsi al fine di garantire l’attivazione delle procedure utili all’ottenimento degli ammortizzatori sociali; di verificare le possibilità di investimenti nell’ambito delle innovazioni tecnologiche, previste dai programmi nazionali e dal nuovo ciclo di programmazione dei fondi comunitari; di impegnarsi, dunque, ad una rapida risoluzione di tale crisi aziendale, affinché questa non vada ad appesantire un quadro occupazionale già in forte difficoltà, soprattutto nelle regioni meridionali, ed in particolare nel napoletano.

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Redazione

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