Sequestra e rapina sacerdote, ordinanza in carcere per giovane albanese

Nel tardo pomeriggio di ieri, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Salerno hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Nocera Inferiore su richiesta della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, nei confronti di ARDIT Jakimi (nato in Albania, cl.1992, domiciliato a Napoli), ritenuto responsabile dei reati di rapina aggravata, lesioni personali, sequestro di persona, detenzione illegale di armi comuni da sparo, nonché porto di oggetti atti ad offendere.

Il giovane, noto alle forze dell’ordine, si trovava già ristretto presso la Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale, in ragione di un analogo provvedimento di custodia cautelare eseguito dai Carabinieri di Casoria (NA) nel gennaio scorso per una rapina che aveva commesso in quel territorio, con l’esplosione di diversi colpi di arma da fuoco.

Il provvedimento trae origine da una minuziosa e mirata attività investigativa condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno e della Stazione di Baronissi (SA), nel corso della quale sono stati raccolti significativi elementi di responsabilità a carico del pregiudicato, in relazione a una efferata rapina consumata il 19 dicembre 2015 a Fisciano (SA), ai danni di un sacerdote.

Le investigazioni hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica dell’evento.

Alle ore 20.30 circa del 19 dicembre, il parroco della chiesa di Sant’Anna di Fisciano, uscendo dalla canonica per riavviare la caldaia del locale, si era visto spuntare davanti improvvisamente due uomini parzialmente travisati con il cappuccio di una felpa, di cui uno armato di pistola e un altro di un cacciavite di grosse dimensioni, che lo avevano spinto nuovamente all’interno della canonica. Qui, malmenandolo con calci e pugni, i due lo avevano costretto a rivelare loro dove fosse il danaro della cassa parrocchiale, che il sacerdote custodiva in una borsa, rinvenuta e asportata dai due rapinatori. Non soddisfatti del bottino, i due malfattori decidevano di imbavagliare il malcapitato con un nastro da imballaggio e, successivamente, gli coprivano il volto con un accappatoio che fissavano con la cintura ai polsi del sacerdote, immobilizzandolo e chiudendolo infine nel bagno della sacrestia. Indisturbati, quindi, facevano razzia di oggetti sacri di valore, minacciando con la pistola il parroco qualora avesse tentato di liberarsi e di chiedere aiuto.

Solo dopo un paio d’ore, il sacerdote riusciva a sciogliere la stretta del bavaglio e a chiedere aiuto, che gli veniva offerto da un parrocchiano, il quale lo accompagnava al pronto soccorso dell’ospedale di Salerno, per le cure del caso. Il successivo sopralluogo nella canonica consentiva di recuperare, abbandonata dall’ARDIT dopo la rapina, la pistola usata dal pregiudicato (una cal.6,35), completa di caricatore e 5 colpi, oltre al nastro adesivo da pacchi e l’accappatoio utilizzato per immobilizzare il sacerdote.

A seguito di quanto emerso, la rapida, puntuale ed efficace attività informativa svolta dalla Stazione Carabinieri di Baronissi, congiunta al certosino lavoro di analisi contestualmente curato dai militari del Nucleo Investigativo, ha consentito di ricomporre tutti i tasselli di un mosaico che ha portato all’individuazione dell’ARDIT quale autore principale della brutale rapina, nei confronti del quale è stata avanzata alla Procura di Nocera Inferiore la richiesta di misura cautelare, condivisa e eseguita nel pomeriggio di ieri.

Redazione

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