(VIDEO) Camorra. Estorsioni nell’agro aversano, blitz ai Casalesi: 8 arresti

Nelle prime ore della mattina odierna, nelle province di Caserta, Napoli, Latina, Parma e Sassari, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, personale del Reparto Territoriale di Aversa ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, nei confronti di 8 indagati (sette in carcere ed uno agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.), estorsioni in concorso consumate e tentate (art. 629 c.p.) lesioni personali aggravate (artt. 582, 585, 576 n. I, 61 n. 2 e n. 4 c.p.), detenzione e porto di armi (artt. 110, 61 n. 2 c.p.) aggravati dal metodo mafioso (art. 7 d.I.152/’91 e I. 203/’91).

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ELENCO INDAGATI DESTINATARI DELLA MISURA CAUTELARE DELLA CUSTODIA IN CARCERE:

1. CATERINO Amedeo, nato a Napoli il 25.07.1983 residente in Cesa (CE);

2. CATERINO Nicola, nato a cesa (CE) il 26.01.1957 residente in Cesa (CE);

3. CATERINO Pietro Paolo, nato a Napoli il 23.02.1986 residente in Cesa (CE);

CRISTOFARO Antonio, nato a Cesa (CE) 07.08.1973 residente in Orta di Atella (CE);

4. DI GIORGIO Vittorio, nato a Napoli il 17.01.1970 ivi residente;

5. 6. FERRIERO Michele, nato a S. Maria Capua Vetere (CE) il 10.03.1977 residente in Cesa (CE);

7. VARRIALE Giancarlo, nato a Napoli il 02.05.1969 ivi residente

INDAGATI DESTINATARI DELLA MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI:

8. LETTERA Orazio, nato a Frattamaggiore il 06.11.1975, residente in Succivo.

L’indagine, condotta dal citato Reparto dal 2008 al 2012, attraverso attività tecniche e dinamiche, come ritenuto dal G.I.P. nell’ordinanza di custodia cautelare, consentiva di:

— attribuire i ruoli dei singoli affiliati all’interno dell’associazione camorristica del clan dei Casalesi – clan CATERINO-FERRIERO, referenti nel territorio per il Comune di Cesa “dei Casalesi” (CE);

— fare luce su numerosi episodi di estorsione aggravata, perpetrati in danno di diversi operatori economici (imprenditori e commercianti). Le estorsioni accertate, tentate e consumate, che consistevano, a seconda dei casi, nella richiesta o nella dazione di somme di denaro fino all’importo singolo di 100.000 euro, abbracciano un periodo compreso tra la fine del 2005 e l’aprile del 2014. Le indagini permettevano di ricostruire, a ritroso, episodi estorsivi dapprima non denunciati dalle parti offese, ma in seguito da queste confermati di fronte alle evidenze raccolte dalla Polizia Giudiziaria. Di grande importanza per la ricostruzione degli episodi estorsivi, le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia ed alcune captazioni ambientali, effettuate all’interno dell’autovettura blindata di uno degli indagati, utilizzata per commettere i reati contestati.

In particolare, come evidenziato dal GIP, le attività investigative, dapprima focalizzate sul pregiudicato di Cesa (CE), CATERINO Nicola, storico referente locale del clan dei Casalesi – fazione Bidognetti dai tempi del processo Spartacus nel settore delle estorsioni, a seguire coinvolgevano altri individui a quest’ultimo collegati, permettendo, tra l’altro, di evidenziare la figura di FERRIERO Michele, fratello di Cesario, ucciso il 25 dicembre 2007, che con altri pregiudicati, vessavano gli imprenditori della zona (in particolare nel territorio del cornune di Cesa), sottoponendoli a pressanti richieste di denaro, specialmente in prossimità delle canoniche scadenze di Pasqua, Ferragosto e Natale. Di rilievo, l’episodio occorso in danno di due imprenditori edili, i quali nel corso di una richiesta estorsiva venivano selvaggiamente percossi e feriti mediante l’utilizzo di un coltello e sotto la minaccia di armi da fuoco.

Gravemente indiziato per questi ultimi delitti è risultato anche CRISTOFARO Antonio, già condannato con sentenza irrevocabile per estorsioni aggravate dal metodo camorristico, commesse anche intimidendo le vittime con armi ed animali pericolosi, il quale, scarcerato nel marzo 2014 dopo l’espiazione della pena, in un solo mese si è reso responsabile di diversi episodi estorsivi, venendo sottoposto a fermo di PG nel 2014 in relazione ad uno di essi. Grazie alle indagini in questo procedimento si è fatta piena luce sulle ulteriori condotte del Cristofaro e sul ruolo di temutissimo “capozona” per il clan dei Casalesi in vari comuni del comprensorio atellano. In particolare, le indagini hanno consentito, tra l’altro, di acclarare negli anni dal 2008 al 2012, numerosi episodi di estorsione, tentati e consumati, perpetrati dagli indagati nei confronti di imprenditori del settore edile e commercianti dell’agro aversano.

Redazione

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