Casapesenna. Giornata della legalità al ‘centro arte’ con l’artista Bova

L’arte della legalità. Performance collettiva, martedì mattina, in occasione della Giornata della legalità, al “Centro di aggregazione giovanile per l’arte e la cultura” di Casapesenna, villa bunker confiscata al boss Luigi Venosa.

L’edificio, amministrato dal consorzio Agrorinasce, è ora gestito dall’associazione “Terra Nuova”, coordinata di Salvatore Di Bona e da Giuseppe Miele, parenti di vittime innocenti di mafia. Sotto la guida di Raffaele Bova, che ha riproposto un’animazione che richiama, nella gestualità, “La banda sbanda” del 1979 a San Clemente (frazione di Caserta), i ragazzi dell’istituto comprensivo di Casapesenna, la cui preside è Angelina Iaiunese, e del liceo Artistico di Aversa, diretto da Silvia Molinari, hanno, simbolicamente, “disturbato” il percorso della banda di paese, utilizzando strumenti improvvisati e non propriamente musicali (trombette, fischietti, arnesi da cucina, ecc.).

Alcuni dei ragazzi hanno indossato il “segno” rappresentativo dell’artista, che non è più la Lira degli anni Settanta, esibita nell’operazione di San Clemente, ma l’attuale moneta, l’euro. La performance si è conclusa con un momento di confronto, cui hanno partecipato Giovanni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce, il sindaco della città, Marcello De Rosa, l’assessore alla Pubblica istruzione, Michela Capoluongo, il giornalista Giuseppe Maiello, don Vittorio Cumerlato e il critico d’arte Luca Palermo, ricercatore di Arte Contemporanea alla Seconda università di Napoli.

«È ciò che volevamo – ha rivelato Allucci –: la vitalità e la luce dei giovani dovevano squarciare le tenebre della camorra». «Il Centro arte e cultura – ha aggiunto De Rosa – si conferma un luogo di crescita e di riscatto, non solo per i giovani, ma per l’intera comunità».

«Cambia il segno e cambiano anche i contenuti – afferma Palermo, a margine dell’evento –: in pieno clima elettorale, l’artista Bova ha posto l’attenzione su due fenomeni, la criminalità organizzata e la corruzione che, infiltrandosi subdolamente, conducono allo “sbandamento” dell’economia. Un sistema economico perfetto non esiste e il suo incessante “inquinamento” crea una serie di disvalori con gravi conseguenze anche ambientali e sociali. L’euro, con tutte le sue fluttuazioni, è il simbolo di questa perenne intrusione da parte di gruppi di potere corrotti, che continuano a trascinare verso il basso l’odierna economia nazionale e internazionale».

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Redazione

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