Comunali SMCV. Nardiello: “Lascio il M5S e mi ritiro dalla tornata elettorale”

Mi sono avvicinato al Movimento 5 Stelle  da libero cittadino che avrebbe voluto condividere quei principi di legalità, trasparenza e partecipazione che il Movimento prova a diffondere e difendere insieme ai Meetup territoriali, pur nel rispetto della propria identità, puntando al raggiungimento di  un fine comune univoco. Ho sempre creduto nella politica, anche se ho subito forti delusioni, e fin da giovanissimo mi sono appassionato, pur non avendo mai sottoscritto alcuna tessera di partito, all’azione attiva sognando,  così, negli anni di Tangentopoli, di poter contribuire al cambiamento del nostro Paese insieme a tanti altri miei coetanei. Ma la mia azione di impegno civile è proseguita, e i tanti che mi conoscono sono consapevoli del lavoro che ho svolto soprattutto nell’ambito del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie, in modo particolare nella provincia di Caserta. Proprio qui ho dato vita al Festival dell’Impegno Civile, che poi è cresciuto toccando tanti luoghi dell’intera Regione Campania, per conto del Comitato Don Peppe Diana.  In questo caso le parole contano ben poco, nella galleria dei ricordi e delle immagini ci sono tantissimi fatti.

Con queste premesse mi sono avvicinato al “Meetup Amici di Beppe Grillo di S. Maria C.V.”, volendo mettere a disposizione tutte le mie personali capacità professionali e provando ad offrire un contributo di idee da tradurre, poi, in progetti concreti: beni confiscati, turismo, cultura e lotta alla camorra l’ambito di intervento che avevo individuato. In pratica tutto il mio pane quotidiano anche da un punto di vista lavorativo. Poter impegnarsi per una Città dal passato opulento come S. Maria C.V. offriva stimoli importanti, anche perché gli ultimi trent’anni, complice una classe politica trasversale, si è assistito ad un’esponenziale crescita di politiche assistenziali figlie del cosiddetto voto di scambio. Citando il giudice Paolo Borsellino, posso affermare che “la politica e la camorra, anche a S, Maria C.V., si sono messe d’accordo per controllare l’intero territorio”.

Ho iniziato, così, a partecipare alla vita attiva del Meetup, e ben presto mi è stato affidato, con voto unanime, il compito di occuparmi, ovviamente a titolo gratuito, di un nascente gruppo comunicazione. Incarico osteggiato, sin dal primo momento, da alcuni che, al di là dei convenevoli di facciata, probabilmente tenevano in modo particolare a gestire la comunicazione del gruppo in barba a tutti i dettati del Movimento che prevedono soprattutto di dare spazio alla meritocrazia. Addirittura questi “Attivisti?!!” hanno dedicato innumerevoli riunioni affinché venissero eliminati dal comunicato i riferimenti, nomi e cognomi, ed i recapiti con cui i giornalisti avrebbero potuto contattarci per chiedere ulteriori informazioni, concordare interviste e quant’altro. Insomma regolare routine di un normalissimo ufficio stampa. Motivo?: “Nel Movimento 5 Stelle non devono esistere personalismi”. Sin realtà si tratta di farneticazioni e attacchi intestini, visto che in tutti i comunicati stampa non possono mancare anche questi elementi che occorrono ai giornalisti che lo riceveranno. Ma c’è dell’altro e senz’altro più grave.  Sempre il solito gruppo di Attivisti, una minoranza ma molto rumorosa, hanno provato ad impormi una fantomatica “black list”, nella quale a loro dire, “erano inseriti  giornalisti e  testate sgradite al gruppo”, futuro Movimento 5 Stelle, “e per tanto non bisognava inviare loro i comunicati”. Assurdo!! In pratica mi si voleva obbligare a non garantire il plurale diritto all’informazione. Ma a questi diktat non ho mai dato seguito, rispondendo solo ed esclusivamente alle regole deontologiche della professione del giornalista.

Ma come si suol dire il bello doveva ancora venire. Proprio per la composizione della lista, che avrebbe dovuto ottenere la certificazione dallo staff di Beppe Grillo per poi concorrere alle elezioni. Dopo lunghe ed estenuanti riunioni, proprie e vere battaglie in nome della legalità, e che hanno visto per alcune settimane fronti contrapposti, vengono eliminati alcuni storici Attivisti del Meetup, il cui profilo è risultato non compatibile con i valori e le linee guida del Movimento. A queste problematiche, poi, ne vanno aggiunte anche altre emerse in seguito alla normale amministrazione interna dell’attività politica fino alla probabile acquisizione di fascicoli riservati, riguardando delicate indagini in corso, e ancora non resi pubblici dagli organi competenti, per soddisfare, probabilmente, imprecisate necessità di vario genere. Di questi ultimi aspetti, la Portavoce del gruppo Teresa De Bernardo, conferma verbalmente di aver portato a conoscenza la Senatrice Moronesi.

Fin da quando emerse quest’ultima criticità, fui chiaro con la Portavoce: io o loro. Avrei immediatamente rinunciato a proseguire il mio cammino nei “5 Stelle”, coì come mi era capitato di fare altre volte in passato, se gli stessi non fossero stati allontanati definitivamente, o sospesi anche dal gruppo.

Nel frattempo la vita organizzativa e politica del Meetup è proseguita e solamente dopo l’ennesima proposta, si è potuto discutere di beni confiscati alla camorra e del recupero di Palazzo Teti. Unico evento pubblico nella storia di S. Maria C.V. dove si è discusso, pubblicamente, del recupero di queste strutture, confiscate alla famiglia Di Muro, secondo quando previsto dalla legge nr 109/96. Evento boicottato da alcuni Attivisti storici, che stranamente lo hanno disertato in massa, ma comunque riuscito, anche se qualcuno mi sussurrò che “avevo quasi quasi fatto fare una brutta figura alla Portavoce perché, con il mio intervento, avevo dimostrato di saperne di più di lei sull’argomento”. Ma allora, la domanda sorge spontanea, nei Meetup, nel Movimento 5 Stelle non vengono premiate le capacità dei singoli? L’uno vale uno rappresenta solo l’ennesimo diktat che spinge all’appiattimento?  Ma i beni confiscati, di cui il Meetup non aveva mai discusso in passato, adesso, non sono stati esplicitamente inseriti nel programma ufficiale depositato in Comune. Perché?!

Ma le stranezze sono proseguite, visto che gli Attivisti, esclusi dalla lista, hanno mantenuto i cosiddetti ruoli organizzativi definiti di “Organizeer” e del “Gruppo Attivisti”, nonostante le mie continue richieste formulate alla Portavoce e all’Organizeer. Anzi alcuni di essi ora stanno collaborando attivamente alla campagna elettorale, sempre al fianco della candidata a Sindaco e di deputati e senatori che stanno facendo scalo a S. Maria C.V. Tutti in silenzio, anche la senatrice Moronesi. Eppure, mi domando, se lo avessero fatto gli altri Partiti quale sarebbe stata la reazione dei grillini?

Quando allora ho comunicato alla Portavoce di voler rinunciare alla candidatura, perché nel frattempo il gruppo aveva ricevuto la certificazione, non è stata proferita parola alcuna per invitarmi a ritornare indietro. Anzi, dopo la riunione del 2 maggio scorso avuta con la Senatrice Moronesi, il suo segretario e tutto il Meetup sammaritano si era deciso di avviare la comunicazione per la campagna elettorale. Ma l’indomani mi ritrovo escluso dal gruppo Organizer senza che l’atto venisse regolarmente votato così come prevedono i regolamenti interni, e poi da Roma, dalla segreteria della senatrice, arriva il comunicato già pronto da inviare ai giornali che in tarda serata viene inviato da altri del gruppo. Mentre il sottoscritto viene liquidato con le testuali parole, comunicate semplicemente con un whatsapp da parte della De Bernardo, alle 23:25 della sera: “Non ti abbiamo coinvolto (sull’invio del comunicato) perché il lavoro era minimale e solo sulla grafica”. Forse queste sono le uniche modalità con cui i “5 Stelle” sanno dialogare al proprio interno. In pratica dopo la riunione avuta con tutti i componenti del Meetup, la Senatrice Moronesi e il suo segretario, la consegna della mia rinuncia alla candidatura, vengo messo fuori dal gruppo Organizeer e mi ritrovo con un comunicato, che avrei dovuto scrivere io, concordandolo ovviamente con lo staff comunicazione locale e la Portavoce, e che avrebbe dovuto aprire la campagna elettorale confezionato altrove. Quindi sono costretto a subire una chiara azione di mobbing che mi costringe a farmi da parte. Perché? Forse perché ho chiesto in modo deciso l’allontanamento di chi non aveva i requisiti per stare nel Movimento? Forse perché ho chiesto a gran voce di voler contribuire al cambiamento definitivo di S. Maria C.V. partendo da azioni più che simboliche come il riutilizzo dei beni confiscati alla camorra e alla famiglia Di Muro? Forse perché risultavo una figura fin troppo ingombrante? Forse perché non ho accettato i diktat bulgari?

Quale democrazia? Quali regole? Forse regole ad personam? Volute e applicate solo quando era necessario rallentare l’azione di qualcuno sgradito? Non erano questi i valori che mi avevano fatto avvicinare al Movimento.  Per tanto ho deciso di lasciare il Movimento 5 Stelle e il Meetup “Amici di Beppe Grillo” di S. Maria C.V.

Pietro Nardiello
giornalista e scrittore

Redazione

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