Sant’Arpino. Intitolazione di una strada a Carlo III di Borbone

Si svolgerà sabato mattina la cerimonia di intitolazione di una strada del comune di Sant’Arpino a Carlo III di Borbone. Subito dopo lo scoprimento della targa le autorità ed i rappresentanti del mondo associazionistico e culturale si sposteranno nel vicino teatro “Lendi” dove si terrà la manifestazione dove sarà illustrata la figura del sovrano partenopeo e la ragioni dell’intitolazione.

Ad aprire i lavori sarà il sindaco facente funzioni Aldo Zullo, a cui seguiranno gli interventi dell’assessore alla cultura Salvatore Brasiello, del docente universitario e filosofo, Giuseppe Limone, della Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Rocco- Cinquegrana”, Maria Debora Belardo, della professoressa Rosaria Barone del Liceo Scientifico “Siani” e del dottor Pompeo De Chiara dell’Associazione Culturale “Borbonica” di Terra di Lavoro. Durante la mattinata ci saranno gli intermezzi musicali degli alunni dell’istituto scolastico primario e secondario atellano.

“L’intitolazione di una strada a Carlo III di Borbone a Sant’Arpino- dichiarano Zullo e Brasiello- costituisce un ulteriore momento di riappropriazione di un pezzo della storia locale da troppo tempo caduto nel dimenticatoio. Per decenni a causa di una storiografia forse eccessivamente di parte era calato il silenzio su questo importante periodo precedente all’unificazione d’Italia, rendendo omaggio anche nella nostra comunità ad un uomo che tanto ha dato al Meridione d’Italia. Appare giusto ed opportuno avere accanto a strade che portano i nomi dei “padri della patria”: Garibaldi, Cavour, Mazzini, anche altre intitolate a coloro, come Carlo III che furono “padri” di un patria ancora più antica.

Asceso al Trono di Napoli a soli 18 anni nel 1734 e l’anno successivo a quello di Sicilia, Carlo di Borbone trovò una Napoli in decadenza, che sottraeva risorse al resto del Regno. In questo contesto, l’azione del giovane Carlo di Borbone fu decisamente volta sia a generare lavoro e benessere, sia a favorire il ripopolamento delle campagne e degli hinterlands. Carlo ebbe coraggio e spirito innovativo, doti che gli resero ben presto un posto di spicco nel piatto mondo del ‘700. Impressionante fu l’opera di ricostruzione di interi quartieri obsoleti, di realizzazione di ospedali, chiese, giardini, di magnifici palazzi. Si pensi al Teatro di San Carlo, alla Reggia di Caserta, a quella di Capodimonte, dove nel 1743 nel grandioso parco nacque la celebre fabbrica di porcellane. Diede poi vita al Museo Borbonico e relativa galleria. Il governo di Carlo III fu di assolutismo illuminato, e contestualizzato all’epoca, è da considerarsi rivoluzionario, volto al progresso dello Stato inteso per la prima volta come collettività, e tale fu percepito dai sudditi, che uscivano da lunghi secoli di dominazioni vicereali. Due gli interventi che sotto diversi aspetti servono forse a descrivere meglio la portata delle personalità di Carlo III. Il primo riguarda l’avvio dei lavori di scavo a Pompei ed Ercolano, con il loro formidabile patrimonio archeologico, mentre il secondo è la realizzazione dell’Albergo dei Poveri, per ospitare i cittadini economicamente non autosufficienti”.

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Redazione

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