Scoperta “casa del sesso”, denunciate sei persone: due di origini dominicane
I Carabinieri della Stazione di Serino hanno deferito in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Avellino diretta dal Procuratore Dott. Rosario Cantelmo, sei persone ritenute responsabili di aver avviato una casa di prostituzione.
L’intervento degli uomini dell’Arma è scattato a seguito di una meticolosa e laboriosa attività informativa, giunta a corollario del capillare controllo del territorio che i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Avellino svolgono nel loro quotidiano impegno a garantire sicurezza e rispetto della legalità.
Da alcuni giorni infatti i militari avevano intuito che, in Serino, un’abitazione potesse celare qualche segreto potenzialmente sospetto. Di lì la decisione di porre sotto osservazione la casa e notare quell’insolito e continuo via vai di uomini soli che generalmente caratterizza e contraddistingue obiettivi operativi di siffatta natura. Nello sviluppo delle indagini i militari hanno proceduto all’identificazione di alcuni avventori che, discretamente avvicinati, non hanno potuto che confermare la natura illecita delle prestazioni che vi si praticavano.
Quindi, decisi ad intervenire, i Carabinieri sono entrati con uno stratagemma all’interno dello stabile riscontrandovi l’effettiva presenza di una 32enne residente a Napoli ed una 37enne residente a Salerno, entrambe di origini dominicane, che si prostituivano. I successivi accertamenti investigativi scaturiti dalle evidenze raccolte, hanno consentito ai militari di far altresì emergere responsabilità a carico di altre persone. In particolare, un salernitano 47enne, gravato da precedenti di polizia, attraverso d’intermediazione di un’agente immobiliare nonché di donna del luogo, aveva preso in locazione un immobile privato per poi a sua volta cederlo alle due giovani straniere, tollerandone l’illecito utilizzo praticato da queste.
I Carabinieri, all’esito dell’attività sottoponevano a sequestro l’abitazione. Tutte le cessioni dell’immobile risultavano essere avvenute in assenza delle prescritte registrazioni ovvero comunicazioni all’autorità di Pubblica Sicurezza.