(FOTO) La Storia di Aversa. L’Edicola Votiva di San Camillo in via Roma

Quante volte sarete passati per Via Roma, nel mezzo di quel ”triangolo angioino” ove campeggia la Chiesa della Madonna di Casaluce, già castello della Regina Giovanna I d’Angiò ed, in seguito, Cenobio Celestino, dove di fronte svetta la ”Parrocchiella” cioè la Chiesa delle anime del Purgatorio dedicata ai Santi Filippo e Giacomo. Ma si è parlato di triangolo, la terza punta che fine ha fatto? Ebbene, dove oggi insiste quel locale che fa angolo con Via Roma e Via Seggio, adibito a bar fino a non molto tempo fa, un tempo era possibile ammirare l’imponente Chiesa di Sant’Eligio, abbattuta ignobilmente verso gli anni Cinquanta del secolo scorso.

Di fianco a quest’ultima, si poteva e si può ancora notare se pur in uno stato di completo abbandono, quello che un tempo era ”l’ospedale di Sant’ Eligio” che divenne, poi, Casa del Fascio (palazzo Burger King). Nel 1422, Giovanna II, donò all’Annunziata di Aversa l’ospedale di Sant’Eligio, che consentì l’accorpamento delle due strutture nell’unica Istituzione dell’AGP (Ave Gratia Plena) gestita da amministratori laici. Troppo spesso l’occhio umano si dimostra disattento, negligente verso quel linguaggio dei segni che il passato si propone di mostrare.

La curiosità e l’attenzione per i dettagli, sono aspetti che permettono di notare quei particolari, quella rete di simboli che non sono mai messi li per caso. Ecco perchè sulla facciata del suddetto edificio si nota un’edicola votiva, dedicata a San Camillo de Lellis dichiarato da Papa Leone XIII “Patrono degli ospedali e dei malati” e proclamato da Pio XI ”Patrono degli infermieri”  che si commemora proprio oggi 14 Luglio.

Gli aversani, devono ringraziare i Fratelli scout del Maschi, i quali con spirito di abnegazione si sono impegnati affinchè l’edicola votiva di San Camillo che giaceva da decenni in uno stato deplorevole venisse restaurata. Il consolidamento è stato svolto nel completo rispetto  dell’opera originaria senza alterare l’aspetto e il colore delle superfici. Il risanamento è avvenuto nel 2013 ad opera dell’amico Francesco della Volpe, già fautore di alcuni restauri che hanno interessato il patrimonio artistico cittadino. La madre del santo, Camilla de Compellis, quasi sessagenaria, prima del parto sognò il figlio Camillo con una croce rossa sul petto. Mamma Camilla muore a 73 anni con la spina nel cuore del sogno della croce rossa sul petto del figlio, che ha allora 13, aveva pregato tanto per lui… Quante corone del Rosario ha sgranato per quel figlio! Successivamente Camillo dedicherà tutta la vita alla cura degli infermi e dei malati. Ora, tutti gli aversani e non solo, quando passeranno in questo tratto di via Roma, potranno riflettere su un altro importante aspetto della storia cittadina.

Luigi Cipullo

Redazione

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