GFF16. Enzo Gragnaniello e Son Pascal per la terza serata di ‘Campania Sound Experience’

Continuano gli appuntamenti live targati Campania Sound Experience, progetto musicale della 46° edizione del Giffoni Film Festival, con le storiche voci partenopee e tante promettenti novità campane. Lunedì 18 luglio, Enzo Gragnaniello è stato uno dei due artisti che hanno animato il palco di Piazza Lumière a Giffoni Valle Piana, dalle 22.00, ad ingresso gratuito.

Tutto il cuore di Napoli in Misteriosamente, suo ultimo lavoro discografico; dodici brani firmati, prodotti e arrangiati dal cantautore tra cui Il viaggio di un amico, dedicato all’amico Pino Daniele, un brano interamente strumentale per “Comunicare senza parole un’emozione – ha dichiarato Gragnaniello – solo così credo di poter arrivare all’essenziale, come una preghiera, perché non c’è bisogno di esprimere parola per raccontare e ricordare Pino.” Un lavoro discografico che profondamente legato alle sue radici, ai quartieri spagnoli e al dialetto partenopeo: “C’è qualcosa nella musica napoletana che va oltre il dialetto, si chiama umore, tutta la magia della cultura napoletana sta negli umore di chi canta”.

Il musicista partenopeo ricorda con affetto il Festival: “Il Giffoni porta energia e tanta allegria sono stato vostro ospite un paio volte, e per me è sempre stata una manifestazione davvero importante per i giovani e soprattutto a loro che voglio parlare con la mia musica – continua – non come semplice involucro, ma come persone; l’anima e i sentimenti non hanno età.” E quando gli si chiede un parere sul tema di questa 46esima edizione, Destinazione, Gragnaniello non ha dubbi: “Credo che la parola destinazione vada sempre collegata ad una parola per me frequente, radici. Se hai delle radici a cui aggrapparti, le destinazioni possono essere infinite, si arriva anche al paradiso”.

Ad condividere la scena con Gragnaniello, il salernitano Pasquale Caprino, in arte Son Pascal, cresciuto a Paestum, sulla costa cilentana, ma che, partendo da un breve trasferimento londinese, nel lontanissimo Kazakistan con la sua musica è diventato una vera e propria celebrità: “Noi campani siamo migranti nell’anima, ce l’abbiamo nel sangue – ammette Pascal – la mia fuga verso Londra è stata necessaria e formativa, per amore della musica british, Oasis, Beatles, suonavo per locali le loro cover, mi è servito a capire la musica”. La curiosità nasce spontanea, perché proprio il Kazakistan? “Al ritorno in Italia dal mio periodo londinese – racconta – ho conosciuto una ragazza kazaka, sorella di un famoso attore locale, mi ha invitato a visitare il suo paese e ho deciso di restare lì. Il kazakistan è stata la mia fortuna – presegue – la fama se non la si raggiunge in patria, devi rincorrerla un po’ ovunque. Il kazakistan è una meta meno ambita dell’inghilterra o dell’america, c’è meno tradizione pop, quindi è stato facile comunicare con la mia musica, lì sono semplicemente stato me stesso.”

A proposito di Giffoni: “Venivo al Festival da bambino con la scuola, ricordo un’edizione con Remo Girone, un’ esperienza fantastica. Vivere il kazakistan non è facile, e tornare in Campania in queste occasioni e per questi eventi, è sempre emozionante anche se fa paura pensare di dovermi esibire in un contesto così importante, soprattutto prima di un artista come Enzo Gragnaniello”

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Redazione

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