A Monaco 9 morti, quasi tutti minori. Suicida il killer 18enne

The father of a victim shows a picture of his son near the Olympia shopping center where a shooting took place leaving nine people dead the day before on Saturday, July 23, 2016 in Munich, Germany. (ANSA/AP Photo/Sebatian Widmann)
The father of a victim shows a picture of his son near the Olympia shopping center where a shooting took place leaving nine people dead the day before on Saturday, July 23, 2016 in Munich, Germany. (ANSA/AP Photo/Sebatian Widmann)

Immigrati e giovanissimi. E’ questo il profilo delle vittime della strage di Monaco, uccise da un proprio coetaneo. Ali Sonboly, il killer diciottenne vittima di bullismo che ha aperto il fuoco in un ristorante McDonald’s (dopo aver attirato lì alcuni giovani tramite un finto profilo Facebook) e poi in un affollato centro commerciale della periferia nord di Monaco. Un pomeriggio di terrore il cui bilancio è di 10 morti (cinque giovani e 4 adulti), di cui uno è l’attentatore, e 27 feriti. Avevano tra i 13 e i 21 anni otto delle nove vittime della carneficina nella quale è morta anche una donna di 45 anni.

A sparare, dunque, come annunciato in nottata dalla polizia, è stato un tedesco-iraniano di 18 anni. Il killer, con doppia cittadinanza tedesca e iraniana e da diversi anni residente a Monaco, ha iniziato a sparare con una pistola poco prima delle 18 davanti al fast food. E’ stato inseguito da agenti in borghese e poi, come confermato dal capo della polizia di Monaco si è suicidato a circa un chilometro dal centro commerciale “Olympia” dove ha completato la strage. Aveva problemi psichici.

Quella di ieri sera a Monaco è stata una strage di giovanissimi perpetrata da un killer coetaneo. Delle nove vittime, otto avevano un’età compresa tra i 13 e i 21 anni (due ragazzine e sei giovani). Solo la nona vittima, una donna, aveva 45 anni.

Il killer Ali Sonboly, 18enne tedesco-iraniano, figlio di un tassista, mirava proprio ai giovani, probabilmente ai bulli che lo avevano vessato “per 7 anni”, come lui stesso ha gridato durante le fasi concitate dell’attacco.

Tanto che aveva messo anche un annuncio su Facebook per attirare quanti più studenti possibile nel Mc Donald’s che poi avrebbe preso d’assalto. E nessuna delle sue vittime era un turista, ma quasi tutti giovani della zona, che avevano come punto di ritrovo proprio quel centro commerciale alla periferia nord della città, popolata in gran parte da immigrati.

Era quindi prevedibile che la maggior parte delle vittime non fossero tedesche: tre kosovari, tre turchi, un greco. Tra loro c’è il figlio di un ufficiale di polizia, Dijamant Zabergja, 21 anni, due ragazze Armela Segashi e Sabina Sulaj. I tre cittadini turchi (tra cui la donna) sono Sevda Dag, Can Leyla and Selcuk Kilic. Ma le età delle vittime non sono ancora del tutto chiare (a parte Dijamant). Secondo la polizia di Monaco due vittime avevano 13 anni, tre ne avevano 14, uno 17 e un’altra 19. E giacché l’obiettivo di Ali erano i giovani, ce ne sono anche tra i 27 feriti ricoverati negli ospedali di Monaco, alcuni sono proprio bambini.

Il killer di Monaco voleva ucciderne quanti più possibile e per attirarli aveva utilizzato uno dei canali privilegiati dai ragazzi: Facebook.

Secondo Bild online, Ali aveva aperto un falso profilo sul social network, spacciandosi per una ragazza turca, Selina A., e invitando le potenziali vittime al Mc Donald’s. “Venite alle 16 da Meggi al centro Olympia, vi offro qualcosa ma non troppo costosa” (Meggi sta per il fast-food Usa). Il tutto per vendicarsi delle vessazioni subite dai suoi compagni di scuola. Poco prima dell’attacco il killer, come testimonia un video postato su web, discutendo con un uomo al balcone che lo aveva visto armato sul tetto di un edificio aveva dato sfogo al suo stesso tormento e a quelle che sarebbero diventate da li a poco le motivazione del suo gesto, urlando: “a causa vostra sono stato vittima di bullismo per 7 anni… e adesso devo comprare una pistola per spararvi”. Dopo la strage un ex compagno di classe di Alì ha scritto sul web: ‘A scuola facevamo mobbing contro di lui, diceva che ci avrebbe uccisi…”.

Redazione

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