Turchia, continua la resa dei conti di Erdogan. Spari davanti tribunale Ankara, ucciso assalitore

Ancora tensioni  nella capitale turca. Un uomo in uniforme militare è stato ucciso dalla polizia turca dopo che aveva aperto il fuoco nei pressi del tribunale di Ankara. Dopo militari e giudici, le purghe per il golpe fallito in Turchia coinvolgono la polizia e non solo.

Le autorità turche hanno sospeso 30 prefetti su 81. In totale, i dipendenti del ministero dell’Interno sollevati dai loro incarichi sono 8.777, di cui – oltre ai prefetti – 7.899 poliziotti, 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali.

In questo clima di tensione, Ue e Usa chiedono che la Turchia “rispetti la democrazia, le libertà fondamentali e lo stato di diritto” nella risposta al tentativo di golpe.

Alcuni caccia F-16 dell’esercito turco hanno compiuto durante la notte voli di pattugliamento su diversi centri urbani del Paese, compresa Istanbul, come testimoniato direttamente dall’ANSA. Secondo l’agenzia statale Anadolu, i jet sono stati autorizzati direttamente dal presidente Recep Tayyip Erdogan. La decisione segnala che le autorità turche non ritengono del tutto esaurita la minaccia portata dagli autori del fallito golpe militare.

Sale ancora la tensione fra Ankara e Washington: il ministro del Lavoro turco ha ipotizzato apertamente, riferisce la Bbc, che gli Usa siano dietro il fallito golpe della notte fra venerdi’ e sabato, mentre il segretario di Stato, John Kerry, citato da Lussemburgo, ha negato tutto mettendo in guardia la Turchia da quelle che ha chiamato “pubbliche insinuazioni”. I sospetti sugli Usa – ha detto Kerry – “sono totalmente falsi e danneggiano” i rapporti.

“Se gli Stati Uniti sosterranno” Fethullah Gulen, negandone l’estradizione in Turchia con l’accusa di aver organizzato il fallito golpe, “questo danneggerà la loro reputazione. Non penso che continueranno a proteggere una persona del genere”, ha detto il ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag, citato dall’agenzia statale Anadolu.

Gli Stati Uniti “non hanno interesse ad ostacolare” l’eventuale estradizione di Fetullah Gulen, ma finora non è arrivata “né la richiesta formale né le prove” per l’estradizione. Lo dice il segretario di stato John Kerry ricordando di aver “chiarito che la richiesta formale deve arrivare tramite i canali legali” e di aver “detto al collega turco che ci mandino vere prove, non accuse”. “Dobbiamo vedere vere prove che reggano nel giudizio per l’estradizione” aggiunge Kerry.

“Preparatevi per uno scontro perché pubblicheremo oltre 100 mila documenti sulla struttura del potere politico della Turchia”, scrive Wikileaks, in un post pubblicato in inglese e in turco sul suo account Twitter.

La reintroduzione della pena di morte in Turchia bloccherebbe il negoziato per l’adesione di Ankara alla Ue, ha detto il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel Steffen Seibert.

IL PUNTO DI CRISTOFORO SPINELLA – ASCOLTA

 Dopo che ieri erano già stati arrestati quasi 3 mila militari golpisti, e altrettanti giudici erano stati rimossi, stamani l’agenzia statale Anadolu ha dato conferma della detenzione di altri 52 soldati e dell’emissione di mandati d’arresto per 53 magistrati. Ieri, anche decine di giudici erano finiti in manette, tra cui uno della Corte costituzionale.

Secondo il ministero degli Esteri di Ankara, sono oltre 290 i morti nel fallito colpo di stato in Turchia, compiuto “senza alcun dubbio dall’organizzazione terroristica di Fethullah Gulen”. Più di 190 sono i civili e oltre 100 i militari golpisti uccisi.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è scoppiato a piangere durante un discorso al funerale dell’amico e già consigliere per i media, Erol Olcak, ucciso dai militari golpisti sul ponte del Bosforo a Istanbul con il figlio 16enne, Abdullah. Le immagini sono state mostrate con enfasi sui media turchi.

Almeno 11 soldati golpisti sono stati arrestati all’aeroporto Sabiha Gokcen, sulla sponda asiatica di Istanbul, dopo un tentativo di resistenza contro la polizia. Lo riferisce Haberturk. Altri scontri tra forze di sicurezza turche e militari golpisti che resistono all’arresto sono segnalati nella base militare di Konya, nell’Anatolia centrale.

 Il premier turco Binali Yildirum ha detto che nella costituzione del Paese non è prevista la pena di morte, ma aggiungendo che il governo considererà cambiamenti legali per accertarsi che simili tentativi di colpo di stato non si ripetano mai più.

Erdogan ha chiesto agli Stati Uniti l’estradizione di Fethullah Gulen, l’ex imam che vive in America accusato di essere l’ispiratore del fallito colpo di Stato. Ma secondo Gulen “c’è la possibilità che il golpe di stato in Turchia sia stata una messa in scena per continuare ad accusare i miei sostenitori”, ha detto ai giornalisti fuori dalla sua casa a Saylorsburg, Pennsylvania . “Non penso – ha risposto – che il mondo possa credere alle accuse del presidente Erdogan. Ora che la Turchia ha intrapreso il sentiero della democrazia non può tornare indietro”.

Tornato a Istanbul, il presidente si è concesso piu di un bagno di folla. Acclamato da migliaia di sostenitori, che ha salutato con il gesto della rabbia, mutuato dai Fratelli musulmani, il ‘sultano’ ha ringraziato il suo popolo per averlo sostenuto scendendo in piazza, mentre una folla festante sventolava bandiere turche e inneggiava ad Allah. A loro, ha promesso che “i traditori” che hanno tentato di rovesciarlo “pagheranno un caro prezzo”.

Un elicottero Blackhawck è atterrato in Grecia con a bordo 7 ufficiali dell’esercito turco e un civile, che hanno chiesto asilo poltico alle autorità di Atene dopo il fallito colpo di Stato in Turchia. I fuggitivi sono stati arrestati. Immediatamente dopo, da Ankara il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha fatto domanda di estradizione alla Grecia, accusando gli otto di essere golpisti.

“Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest’uomo”, Fethullah Gulen, “questo leader di un’organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte. Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti”:così il premier turco Binali Yildirim, riferendosi agli Usa, dove Gulen – che Ankara accusa di aver organizzato il fallito tentativo di golpe – vive in auto-esilio dal 1999. Yildirim ha ricordato che la Turchia ha già inviato una richiesta di estradizione.

 

L’accusa di Erdogan, dunque, è che la mente dietro il golpe sia il suo ex alleato, diventato nemico numero uno, l’imam e magnate auto-esiliatosi in Usa, Fethullah Gulen. Che pero’, in un comunicato, ha condannato il tentativo di golpe, giurando di esserne estraneo: “Per qualcuno come me che ha sofferto sotto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi, è particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un tentativo del genere”. Alle prime luci dell’alba, la Turchia si è svegliata ancora in stato d’assedio. L’emittente statale Trt e la tv privata Cnn Turk, entrambe occupate e poi abbandonate nella notte dai putchisti, mostravano le immagini dei soldati che si arrendevano sul ponte del Bosforo, chiuso al traffico dalla scorsa notte. Vicino a loro, i sostenitori di Erdogan festeggiavano sopra i tank. In mattinata, ancora scontri armati venivano segnalati in diverse zone della citta’.

Situazione critica anche ad Ankara, dove è stato bombardato il Parlamento ma nessun deputato risulta ferito. Quando era gia’ giorno, sotto attacco è finita anche l’area della faraonica residenza presidenziale, il simbolo del potere di Erdogan. Li’ si contano almeno 5 vittime. Ma la Turchia ha fretta di chiudere i conti con la sua lunga notte d’inferno. Il premier Binali Yildirim ha lanciato un appello a tutti i deputati, chiedendo di presentarsi oggi pomeriggio ad Ankara per una seduta straordinaria del Parlamento.

Trentasei anni dopo l’ultimo putsch, la clamorosa azione di una parte dell’esercito turco ha spiazzato il mondo. Dopo qualche ora di silenzio, Erdogan ha lanciato un appello ai turchi attraverso via Facetime attraverso uno smartphone sulla Cnn Turk affinché scendessero in strada per opporsi al golpe: “Sono ancora io il presidente, resistete”.

Da Obama a Renzi, capitali con il fiato sospeso

Spari tra la folla a Istanbul

L’Italia ha espresso ‘soddisfazione’ per la “difesa delle istituzioni’ in Turchia. “Il Ministro degli affari esteri Paolo Gentiloni ha avuto – spiega la Farnesina – un colloquio telefonico con il suo omologo Mevlut Cavuşoğlu per esprimergli la soddisfazione per il prevalere della mobilitazione popolare e della difesa delle istituzioni. Il Ministro degli Esteri turco, che parlava dalla capitale Ankara, ha confermato il fallimento del tentativo che ha definito terroristico“. Renzi esprime “sollievo” per gli sviluppi in Turchia. “La preoccupazione per una situazione fuori controllo in un partner Nato come la Turchia lascia spazio al prevalere della stabilità e delle istituzioni democratiche”, sottolinea Renzi. “Auspichiamo che non ci siano rovesci e pericoli per la popolazione e per tutti gli stranieri presenti in Turchia”, aggiunge il premier nella convinzione che “libertà e democrazia siano sempre la via maestra da seguire e difendere”.

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Redazione

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