Villa di Briano. “Dissesto forzato o studiato?”, l’analisi dell’avvocato Pancalli
Sorgono già i primi dubbi circa l’operato della nuova amministrazione a pochissimi giorni dall’insediamento del nuovo esecutivo targato “La Voce dei Brianesi” e con a capo il neo-eletto sindaco Luigi Della Corte (leggi qui).
“Dissesto”, è questa la parola che circola con insistenza tra i corridoi del Comune casertano, l’indiscrezione è stata confermata anche dagli esponenti politici di maggioranza che parlano di scelta sofferta, e di unica possibilità per salvare il paese. A più riprese hanno inoltre sostenuto di non sapere in che condizioni versassero le casse comunali prima delle elezioni e del reale insediamento.
Parole che suonano malissimo soprattutto perché pronunciate da uomini che nella passata amministrazione sedevano in consiglio tra gli scranni dell’opposizione e quindi potevano ed avevano il diritto ed il dovere di conoscere. L’indiziato principale dell’indebitamento del comune, secondo il nuovo esecutivo, sarebbe Dionigi Magliulo, ex-sindaco, che dal canto suo dice di aver lasciato nel luglio del 2015 le casse comunali in attivo di circa due milioni di euro.
Un dubbio legittimo, quindi, si insinua tra i cittadini di Villa di Briano, questo dissesto era una strategia premeditata dalla nuova amministrazione?
Durante la campagna elettorale chiusasi il 3 giugno, i candidati de “La Voce dei Brianesi” tanto si erano vantati di avere un programma ricco di opere da realizzare, cose che a dissesto dichiarato risulteranno essere completamente irrealizzabili, il tutto snaturerebbe i contenuti esposti durante la competizione elettorale ad un mero strumento per conquistare l’elettorato per poi abbandonarlo a sé stesso una volta raggiunto il potere.
Per completezza di informazione una volta dichiarato il dissesto si avrà la sospensione della decorrenza degli interessi sui debiti ed il blocco delle azioni esecutive. Inoltre il comune di Villa di Briano non riceverà finanziamenti e dovrà provvedere con risorse finanziarie proprie. L’amministrazione dovrà obbligatoriamente adeguare le imposte, le tasse locali, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima prevista dalla legge (Quindi tasse locali al massimo). Per quanto riguarda il personale dipendente, l’Ente è tenuto a non assumere nuovi dipendenti, collocando in disponibilità gli eventuali dipendenti in soprannumero (la proporzione è di 1 dipendente per 93 abitanti). Per questi dipendenti, il Ministero dell’Interno garantisce un contributo pari al trattamento economico per cinque anni.
Il dubbio ci sembra legittimo, forzato o studiato il dissesto è servito ed ancora una volta, come accaduto spesso nei paesi dell’agro aversano, saranno i cittadini onesti a pagare.
Gerardo Pancalli