Casaluce. Luongo ribadisce: “Il bene confiscato alla collettività e non agli immigrati”
Si riaccende la diatriba del bene confiscato, sito in Casalnuovo, destinato oramai agli immigrati. Ancora una volta il leader della minoranza e capogruppo di Vivi Casaluce, Francesco Luongo ribadisce che il bene sottratto alla camorra sia utilizzato e messo a disposizione della collettività.
“Mi interessa l’esito dell’incontro tra il Sindaco e il Prefetto. Se l’invito l’avessi fatto a me, non dico un’invito scritto, andava bene pure una telefonata, sarei venuto volentieri a dirgli che in quel bene confiscato gli immigrati non ci possono andare. Non ci possono andare perché è l’unica struttura che potremmo mettere a disposizione dei cittadini, dato anche il valore simbolico di un bene appartenuto ad un camorrista e che va messo, come è sacrosanto che sia, al servizio della collettività. Non ci possono andare – afferma Luongo – perché questa struttura si trova a Casalnuovo, zona già degradata ed abbandonata, in cui le istituzioni dovrebbero dare risposte in termini di vivibilità e non chiedere ulteriori sforzi, di qualsiasi genere essi siano. Se mi avessi chiamato sarei corso, anche perché una volta e per tutte avrei capito rispetto a questa storia la tua posizione quale è, visto che fino ad oggi – sottolinea il capogruppo di Vivi Casaluce – hai balbettato chiacchiere sconfessate dai fatti. E con questo atteggiamento è più che legittimo pensare che magari dietro ci siano interessi particolari. Per una volta avresti potuto fare una cosa utile e metterci in condizione di presentarci al Prefetto con una posizione unitaria, maggioranza e opposizione, insieme in difesa del paese che a chiacchiere tutti diciamo di amare. Avresti potuto – conclude – fare una cosa seria, invece hai preferito esibirti su Facebook con l’ennesima pagliacciata”.