Cuneo. Ragazzino musulmano dà fuoco a chiesa

Quattordici anni, di origini marocchine, con comportamenti devianti. Entra in chiesa, prende due candele, si avvicina alle scatole dei ceri votivi e, con metodo, appicca il fuoco ad ognuna. Poi scappa. Dentro ci sono venti persone. Le fiamme divampano sui candelabri e sulle balaustre in legno. Tutti fuggono gridando. Lo rende noto Alessia Pedrielli in noto articolo pubblicato su “Libero quotidiano”.

È successo sabato scorso a Savigliano, in provincia di Cuneo. La chiesa finita arrostita è quella di San Filippo Neri: è rimasta inagibile per qualche giorno e i danni sono gravi. Le cronache locali hanno riportato il fatto, senza dare troppo peso e, soprattutto, senza mai specificare le origini del ragazzo. Che invece era stato identificato già poche ore dopo il fattaccio, grazie alle telecamere di sorveglianza attive all’ interno della cappella.

A notare qualcosa di strano quella mattina era stata, per prima, una parrocchiana raccolta in preghiera. Intorno alle undici la donna aveva visto un ragazzino entrare e armeggiare a lungo con alcune candele accese nei pressi dei candelabri di legno, posti ai lati del portone d’ entrata: i primi ad essere andati a fuoco. Proprio sotto i candelabri, a quanto pare, il giovane ha trovato le scatole di ceri e passandoci sopra la fiamma già accesa, le ha utilizzate come materiale da combustione.

SAVIGLIANO - CHIESA DI SAN FILIPPO NERISAVIGLIANO – CHIESA DI SAN FILIPPO NERI

E il piano è riuscito. Il legno ha preso fuoco, i presenti spaventatissimi sono fuggiti all’esterno e solo l’arrivo di una pattuglia con gli estintori, ha evitato il divampare del rogo. Il ragazzo è stato fermato nel pomeriggio: avrebbe detto di non averlo fatto apposta e di essere scappato per lo spavento. Ma le immagini registrate raccontano altro e il 14enne è stato segnalato al Tribunale dei minori di Torino.

 È figlio di una italiana e di un marocchino, che da casa, a quanto risulta, se ne è andato da un po’. È già conosciuto in paese e un anno fa avrebbe dato bella prova di sé allagando i bagni della scuola che frequentava. «Non lo abbiamo mai visto prima in chiesa, ma sappiamo che viene da una situazione triste, da una famiglia complicata», racconta il parroco di San Filippo, don Raina raggiunto al telefono, «è un ragazzo che va aiutato» per «evitare che prosegua per la cattiva strada», perché «questa volta è andata bene, nessuno si è fatto male, ma quando sarà più grande che cosa potrebbe fare?».

A chiederselo sono anche gli abitanti di Savigliano che non hanno preso bene la notizia della loro chiesa data alle fiamme da un giovane «marocchino» e ancor peggio il fatto che i media locali, in tempi come questi, abbiano omesso le sue origini «per non irritare gli antirazzisti», scrivono sulla pagina Fb del piccolo Comune.

«Vorrei vedere se in un paese musulmano un ragazzino cristiano avesse provato a dare fuoco ad una moschea…», sottolinea qualcuno. «Ma senza andare troppo lontano, immagina se un marmocchio padano avesse fatto la stessa cosa in una moschea Italiana», scrive un altro, «il ragazzo problematico» sarebbe diventato uno «xenofobo, razzista che agiva per ritorsione». riproduzione riservata Per domare le fiamme i vigili urbani hanno svuotato due estintori.

Redazione

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