Terremoto, Jackpot non si può donare, ipotesi gara solidarietà

Il jackpot del Superenalotto sfiora i 130 milioni di euro e l’hashtag #superenalotto entra nella top-ten del trendingtopic sulla politica con i social che, ‘di pancia’ chiedono di destinare i soldi del gioco d’azzardo a sostegno delle comunità colpite dal terremoto. Politici di aree diverse tra loro lanciano l’appello a Matteo Renzi e a Pier Carlo Padoan, per bloccare il Superenalotto e devolvere il montepremi in favore della ricostruzione dei centri colpiti ma il complesso meccanismo della concessione, che affida alla Sisal, azienda controllata dai fondi britannici Cvc Capital, non consente al Governo di disporre di quei soldi, così come il regolamento con cui l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato ha affidato l’organizzazione, esercizio e gestione ai privati che hanno vinto la gara assicurandosi la convenzione per nove anni (dal 2009 al 2018).

Il montepremi destinato alle vincite di ciascun concorso è costituito dal 34,648% dell’ammontare complessivo del costo al pubblico delle combinazioni di gioco raccolte e la ricevuta di che consente ai giocatori di riscuotere i premi è anche una sorta di contratto tra le parti. Quello che potrebbe decidere l’AAM è invece di destinare le proprie entrate. Ci sono anche due precedenti di ‘solidarietà’ attraverso le scommesse. Nel 2012 per l’emergenza terremoto Emilia e prima nel 2009 per quella all’Aquila la Sisal aveva promosso una sottoscrizione speciale. Nei punti vendita era stato possibile donare un importo libero a favore della popolazione colpita. Le donazioni, con apposite schedine in diversi tagli, non avevano alcun legame con il gioco o i servizi di pagamento e non veniva applicata alcuna commissione d’incasso, come specificato sulla ricevuta rilasciata ai donatori. Nel 2009 aveva fruttato 400 mila euro.

(ANSA)

Redazione

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