Aversa. Oltraggio “grammaticale” al palazzo che fu del vescovo Azzolino
Quando i figli di papà giocano alla rivoluzione producono solo danni. Quando ragazzini viziati credono che imbrattando un muro si possa rovesciare il sistema capitalistico vanno incontro al pubblico ludibrio e figure barbine.
“Fuori i compagni dalle galere, dentro Digos e camice nere”. Questa è la scritta che è stata rinvenuta su uno dei muri della facciata di un palazzo del centro storico nei pressi dell’attuale Giudice di Pace. L’edificio in questione fu la residenza di Azzolino, primo vescovo di Aversa nonché prima sede del seminario vescovile, dunque si tratta di un manufatto di grandissimo pregio storico e storico artistico nei pressi della chiesa di San Domenico e del sedile di San Luigi.
Questi meravigliosi luoghi della nostra città, da tempo, sono oggetto di iniziative culturali realizzate da volontari che si sono profusi per far conoscere tali luoghi e per sollecitare le istituzioni affinché attivino percorsi di riqualificazione di tali realtà di pregio artistico. Con questa scritta, di cui tralasciamo la pessima grammatica, i rivoluzionari per caso e gli antagonisti per gioco hanno in parte rovinato gli sforzi compiuti dalle tante associazioni culturali e dai residenti.
Ora pare che l’associazione “I Normann” con il supporto della cittadinanza voglia cancellare tali scritte donando al palazzo che fu di Azzolino la dignità e il pregio che merita. Ai Robespierre della territoriale e ai Che Guevara di via Seggio consiglio di lasciar perdere le bombolette di vernice e magari aprire qualche buon libro: magari di grammatica.
Giovanni della Volpe