Caserta. Bacino di Crisi: “Il lavoro, per colpa della politica ha reso il nostro futuro un dramma”

Sono tanti i giorni che passano senza risposta, eppure si ha l’impressione che questi giorni non siano mai passati. Tanto menefreghismo da parte della politica,   ma soprattutto tanto silenzio scandito da una forte preoccupazione per il destino dei lavoratori del Bacino di Crisi – Caserta oggi nessuno dice nulla, nessuno parla. Da un’ attenta analisi emergono richiami verso il mondo scadente dei sindacati e della politica e si preannunciano alzati i sipari sulla scena che condurrà i lavoratori fino ad avere delle risposte se ci saranno, su un futuro che oggi diventa nero. Molti politici, noi su questa vicenda non facciamo distinzioni di colore -(destra, sinistra) insieme ai sindacati si sentono paladini della giustizia che entrano in campo; volti noti ma purtroppo nulli, nomi di politici di vecchie maggioranze e minoranze politiche, escludo e mi auguro di farlo quei pochi giovani che scendono in campo per la tutela dell’prossimo. Noi tutti crediamo nei lavoratori !!! noi onestamente ci crediamo, crediamo a questo punto non importa chi siamo  ma cosa siamo. I lavoratori del Bacino di Crisi – Caserta

rappresentano la vera etica sociale della giustizia. Terra di Lavoro non può morire senza che nessuno faccia qualcosa. Cari politici ai lavoratori servono azioni, fatte  di azioni pratiche: “Molti si stanno allontanando dai veri principi delle istituzioni politiche, oggi siete solo la vergogna assoluta di questa regione – siete spazzatura. Non è possibile che oggi tutti voi non vi fate più vedere, non diventando realisti, ma soprattutto giocate sulla vita di questi uomini che oggi hanno peso anche la capacità di non offrire più un futuro ai propri cari”.

Già un certo Machiavelli nel 1500 insegnava perché un sovrano deve essere realista con il proprio regno:  mio caro Pd se oggi vuoi fare politica, devi essere realista devi  adeguarti necessariamente ai veri valori ideali degli operai, devi adeguarti senza licenziosità alla contingenza dei fatti non inseguire falsi principi di demagogia, ma soprattutto non inseguire utopie e chimere che finiscono pavoneggiando nell’eccesso di astrazione idealistica. Ai politicanti di centro destra dico: di avanzare soluzioni surrealistiche, di finirla con la politica dei prestigiatori, e degli illusi,  ma di offrire risoluzioni utili per una martoriata economia che purtroppo qui in “Terra di Lavoro” sta per morire. Non c’è più tempo per i tavoli tecnici, non si può aspettare ancora la data per conoscere l’avvio dei corsi di formazione, bisogna insistere verso la Regione Campania. Ai sindacati dico di arrivare subito verso il finale di questa problematica di riuscire a fare una stima analizzando il malcontento dei lavoratori, ma senza giocare sulla pelle di queste persone, perché appunto questi lavoratori sono spettatori di un assetto di cose molto poco commendevoli, in parole povere tornate nelle fabbriche per lottare insieme a questi lavoratori, non siate attori di voli pindarici verso una politica che oggi non esiste più. A questo punto, mi sento il dovere di analizzare le riflessioni sul potere decisionale che ogni politico esercita appena eletto. Bisogna agire, non essere corruttori negativi di un sistema che sta finendo nel baratro. Essere politico oggi equivale a porsi consapevolmente dinnanzi ad una scelta andando oltre il proprio interesse e abbracciando l’idea del bene comune. I nostri rappresentanti politici non sono chiamati a ricoprire ruoli ancillari. Questo principio deve entrare anche nella mente dei sindacati, che oggi hanno dimenticato del tutto cosa significa tutelare gli interessi dei lavoratori. Bisogna lavorare per la prima linea, questo concetto deve essere chiaro fino alla fine dei giorni. E’ pur vero che è sempre più radicata l’idea  che la politica sia diventata uno strumento di lotta per un viscido, clientelare potere asservito a interessi individuali e settoriali, di posizionamento e di occupazione di spazi piuttosto che di sviluppo e gestione di processi. In questo modo non c’è tutela per il popolo, per i lavoratori, non ci sono sindacati, maggioranze e minoranze politiche, ma solo una grande vergogna che trascinerà la nostra società ad una temibile sconfitta democratica collettiva di ciò che sono gli ideali di vita.

Redazione

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