Morte Tiziana Cantone, Soro critrica Procura Napoli su gestione caso
L’obiezione dei pm alla denuncia di Tiziana Cantone dell’ottobre 2015 per violazione della privacy, secondo la quale sarebbero mancati i riscontri del divieto di diffusione, “è assolutamente contro la legge italiana, che prevede che la diffusione dei dati sensibili debba avvenire solo con il consenso esplicito dell’interessato, quindi mi permetto di dire che quella valutazione, se fatta dal procuratore, non è fondata”. Lo ha detto a Sky TG24 il Garante della Privacy Antonello Soro commentando il suicidio di Tiziana Cantone, la giovane donna che si è uccisa dopo la diffusione contro la sua volontà di alcuni video hard (leggi qui).
(askanews)
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La presenza di pubblicità sul video di Tiziana Cantone “è un comportamento indecente esattamente quanto il comportamento di quanti, in ogni ambito dei media di questo periodo, qualche volta dimenticano quel tanto di carità che sarebbe necessaria, non solo nei confronti di una ragazza morta ma anche dei familiari”. Così a Sky TG24 HD il Garante della Privacy Antonello Soro, commentando il suicidio di Tiziana Cantone, la giovane donna che si è uccisa dopo la diffusione contro la sua volontà di alcuni video hard. “Sono contrario – ha spiegato Soro – alla criminalizzazione dei giganti della rete. Per molti anni si sono sottratti alla giurisdizione e quindi al riconoscimento dei diritti dei cittadini europei”, ma “oggi questo processo sta rapidamente cambiando: il nuovo pacchetto di riforme in materia di protezione dati in Europa riconosce alle autorità europee il potere di assoggettare questi giganti al proprio diritto, e questi giganti hanno cominciato a comprendere, un po’ tardivamente, che insieme al loro interesse a raccogliere e agevolare la circolazione delle informazioni ci debba essere anche la sicurezza di questo materiale”. “Il problema di questi giorni – ha aggiunto Soro – è la società nei tempi di internet, i cambiamenti che ha subito, i comportamenti di chi vive in rete, chi agisce in rete, che spesso usa un linguaggio violento, feroce. Non dobbiamo rassegnarci a questo, all’idea che la rete diventi la discarica della violenza verbale e della ferocia”.
(ANSA)