Prestazione sessuali in un centro massaggi: arrestata la titolare, indagato il cognato
È stata arrestata e posta agli arresti domiciliari la titolare del centro massaggi “Hao Zai Lai” a Monfalcone, una trentatreenne nativa dello Zhejiang, ritenuta responsabile di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso con suo cognato, un trentottenne cinese.
Nell’ambito dell’attività d’indagine condotta in sinergia dalla Polizia di Stato e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Gorizia, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, è parso particolarmente attivo l’afflusso di persone in quel centro, peraltro esclusivamente uomini, da far sorgere il dubbio che effettivamente lì si praticasse solo quello che l’insegna e le immagini orientaleggianti pubblicizzavano, ovvero messaggi rilassanti, energizzanti, rivitalizzanti, il tutto in un ambiente tranquillo e discreto.
È stato sufficiente approfondire l’argomento sui social network per trovare postate immagini piccanti e frasi ad effetto che di certo non sono sfuggite all’occhio “esperto” degli habitué delle prestazioni sessuali a pagamento, clienti di ogni genere, dal pensionato al professionista, dal semplice impiegato allo straniero e allo studente.
Gli operatori della Squadra Mobile della Questura e del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno riscontrato, come oramai provato nel corso delle numerose precedenti indagini in tema, la consuetudine della piccola aggiunta al prezzo del tariffario esposto per beneficiare di prestazioni sessuali fornite da giovani cinesi, avvicendate periodicamente dalla titolare del centro massaggi per soddisfare i clienti.
Gli stessi clienti, fermati dagli operatori all’uscita dal centro massaggi, hanno esplicitamente dichiarato a verbale il motivo della loro visita all’esercizio di via Galilei, la prestazione ottenuta e l’importo corrisposto, sempre in contanti, per aggiungere “extra” con intese raggiunte molto semplicemente con le ragazze.
Le condizioni di vita, l’orario di permanenza nei luoghi di lavoro, la salubrità degli ambienti e l’evasione fiscale sono solo alcuni degli aspetti ancora da approfondire per imputare precise responsabilità a chi gestiva quel centro massaggi.
È chiaro che l’indagine in corso sui diversi centri massaggi cinesi attivi in provincia ha fatto emergere un fenomeno di prostituzione a prezzi concorrenziali mal celato dalla pubblicità dei dépliant dove, come nel caso di via Galilei a Monfalcone, il beneficiario del massaggio è quasi sempre una donna, che non si è mai trovata tra i clienti nel corso degli innumerevoli appostamenti, e d’altro canto sui social network, con indicazione delle stesse utenze cellulari di riferimento indicate sullo stesso dépliant, si è molto più chiari su cosa si può ottenere negli esercizi commerciali.