RiardoBorgoFestival, con “Splendori del ‘700 napoletano” si chiude la quinta edizione

Con il concerto “SPLENDORI DEL ‘700 Napoletano” si chiude nella splendida cornice del castello medievale di Riardo la quinta edizione del “RIARDOBORGOFESTIVAL” organizzata dall’Associazione “TERRA FELIX – musica nei borghi e nei castelli”. L’orchestra LA REAL CAPPELLA DI NAPOLI sarà diretta da Ivano Caiazza, e vedrà la partecipazione del violinista Fabrizio Falasca e del violoncellista Silvano Maria Fusco.

Di Domenico Sarro sarà eseguite la sinfonia dell’opera ACHILLE IN SCIRO. Sarro studiò al Conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana, uno dei 4 Conservatori della Città, sotto la guida di Angelo Durante, zio del più celebre Francesco. Tentò di succedere ad Alessandro Scarlatti nel posto di “maestro di cappella” alla corte napoletana, ma il posto venne assegnato  a Gaetano Veneziano e lui si dovette accontentare, nel 1704, del posto di “vice”.

Parecchie furono le sue composizioni venute alla luce in quegli anni e rappresentate nei teatri napoletani. Ottenne anche una collaborazione a Venezia con Tommaso Albinoni. Nel 1707 gli austriaci occuparono Napoli che rimase sotto questa dominazione per circa 20 anni. Sia Veneziano che Sarro persero il posto poichè gli austriaci richiamarono Alessandro Scarlatti e per il posto di “vice” presero  Francesco Mancini.

Ma le cose dovevano in seguito mutare a favore del nostro compositore. Il 10 maggio 1734 Carlo di Borbone entrò in Napoli, affrancandola dalla dominazione austriaca. Spagnolo – era nato a Madrid – rese però Napoli indipendente dalla stessa Spagna. Da “Vicereame” quale era stata sia sotto gli spagnoli che sotto gli austriaci, Napoli divenne “Regno” autonomo, il “Regno delle due Sicilie”, ed iniziò per Napoli e per il Sud Italia un percorso felice che, grazie ad una illuminata politica tendente a risanare la cosa pubblica, portò la nostra città ad essere una tra le più prestigiose capitali europee.

Tra le prime grandi opere decise da Re Carlo, del quale quest’anno si celebrano i 300 anni dalla nascita, e a cui dedichiamo questa serata, vi fu la costruzione del Teatro di San Carlo in sostituzione del San Bartolomeo ubicato dove ora, nelle adiacenze di Via Medina, sorge la Chiesa della Graziella.

Ad inaugurare il San Carlo, la sera del 4 novembre 1737, giorno onomastico del Re, fu chiamato Domenico Sarro, con la sua opera l’ACHILLE IN SCIRO, su libretto di Pietro Metastasio. E’ con la sinfonia che apriva l’opera che iniziamo il concerto di questa sera dedicato, per l’appunto, agli splendori artistici della Napoli del ‘700. Stilisticamente Domenico Sarro è un compositore che sta a cavallo tra due ere musicali diverse, una più austera, di ispirazione Scarlattiana, ed una che, riferendoci ovviamente all’epoca, potremmo definire “moderna” poiché privilegiava la “melodia” che diverrà punto di forza del futuro periodo belcantistico e di tutto il romanticismo. Un compositore cerniera tra due mondi in evoluzione che rispecchiavano anche il mutamento della società.

Di Nicola Fiorenza sarà eseguito il Concerto in te maggiore (1728) per violoncello archi e basso continuo. Fiorenza fu particolarmente attivo a Napoli tra il 1727 ed il 1740. Le sue composizioni sono poi cadute nell’oblio dal quale oggi, grazie all’appassionata opera di ricerca e di revisione operata dal maestro Caiazza, in parte cerchiamo di trarle. Sappiamo che fu anche docente eclettico, poiché, violinista, insegnava anche violoncello e contrabbasso presso il Conservatorio di Santa Maria di Loreto. Eclettico sì, ma anche piuttosto turbolento. Per quanto ne sappiamo, i suoi metodi didattici oggi non sarebbero molto apprezzati. Era severissimo con i suoi studenti, e questo certo andava bene poiché pare che la scuola violinistica del suo Conservatorio fosse la migliore della Città, ma la severità era gestita con “punizioni corporali” piuttosto violente, quali ceffoni e persino bastonate con la spada. I poveri “figlioli”, gli allievi del Conservatorio, più volte protestarono, ed il Fiorenza fu minacciato dal Rettore di licenziamento se non avesse cambiato sistema educativo. Lo promise ma … chissà se lo fece!

Sono attribuibili a Fiorenza circa una trentina di lavori strumentali, dei quali vi presentiamo il concerto in re maggiore per violoncello e orchestra. Ciò dimostra come non solo Venezia avesse il primato della musica strumentale – a Napoli era indiscusso quello della musica vocale – ma anche presso di noi la musica squisitamente strumentale era praticata ed apprezzata.

Solista per questa riscoperta è il violoncellista Silvano Maria Fusco, apprezzato strumentista che ha al suo attivo una intensa attività concertistica.

Di Federigo Fiorillo sarà eseguito il Concerto n°2 in sib maggiore per violino e orchestra. Fiorillo è un nome che tutti i violinisti pronunciano con venerazione. Di padre napoletano e di madre tedesca, è nato a Brunswick nel 1755. E’ passato tanto tempo eppure in tutti i Conservatori di Musica gli studenti di violino, ad un certo punto del loro iter scolastico, si ritrovano davanti, come testo obbligatorio, i 36 Capricci per violino solo, autentici piccoli gioielli musicali ma, nello stesso tempo, preziosi strumenti didattici per la crescita strumentale degli allievi. Ha avuto una vita artistica alquanto intensa che lo ha visto protagonista nelle principali città europee, da Riga ad Amsterdam, da Londra a Parigi. Di Fiorillo questa sera verrà eseguito il “Concerto n° 2 in si bemolle maggiore” per violino e orchestra. Solista Fabrizio Falasca, che già avete avuto modo di apprezzare nel recital tenuto nella corte del Castello nello scorso luglio.

Di Gennaro Manna sarà eseguita la sinfonia in mib maggiore per orchestra da camera. Fiorillo figlio di Giuseppe Maria Manna e di Caterina Feo, sorella del noto compositore Francesco Feo, studia proprio con Francesco Feo al Conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana. Il suo debutto teatrale fu a Roma e successivamente a Venezia. Suoi lavori furono eseguiti nei principali teatri sia napoletani, come il Teatro di San Carlo, sia di altre città. Coronò la sua carriera vincendo il concorso quale insegnante al Conservatorio  di Santa Maria di Loreto. La sua natura musicale lo portò ad una frequentazione diversa da quella in auge in quella che veniva definita “la scuola napoletana del ‘700”. Infatti, a differenza degli altri compositori a lui contemporanei, non praticò l’opera buffa, ma esclusivamente quella seria e la musica sacra. Questa sera, a chiusura del programma, abbiamo scelto un esempio di rigore stilistico qual è la “Sinfonia in re maggiore” composta dal Manna nel 1770.

In caso di pioggia il concerto sarà effettuato nell’Auditorium della Scuola Media Statale E. Fermi di Riardo.

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Redazione

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