Rivolta carcere Airola, Ministero Giustizia: nessun contrasto tra clan
Nella giornata di oggi il Capo del Dipartimento della Giustizia Minorile Francesco Cascini, accompagnato da Vincenzo Starita, magistrato in servizio presso il Dipartimento, ha visitato l’istituto penale per minori di Airola a seguito dei fatti accaduti lo scorso 5 settembre (leggi qui).
Come noto, tali fatti sono scaturiti da una protesta intentata, all’interno di una sezione dell’IPM, da parte di tredici detenuti, di cui dieci di età compresa tra i diciotto ed i ventuno anni. La reazione violenta del gruppo è consistita sostanzialmente nel danneggiamento delle camere detentive e nel lancio di oggetti. Quattro agenti di polizia, intervenuti per ripristinare l’ordine, hanno riportato lesioni lievi. I tre detenuti promotori della protesta sono stati immediatamente trasferiti in altre strutture penitenziarie e la situazione, dopo poche ore, è tornata alla normalità. Sono stati disposti approfonditi accertamenti, attraverso la nomina di una commissione ispettiva, volti ad individuare le modalità con le quali i vertici amministrativi del circuito minorile campano hanno fronteggiato gli eventi ed a verificare la complessiva gestione dell’Istituto Minorile di Airola. E’ tuttavia chiaro che non tutti i meccanismi di prevenzione e di ordinata reazione hanno correttamente funzionato.
Appaiono, pertanto, destituite di fondamento le notizie di stampa che ricollegano l’accadimento a contrasti tra clan camorristici che avrebbero avuto ripercussioni all’interno dell’Istituto.
La gestione contemporanea di minori e di giovani adulti negli Istituti minorili, infine, non ha inciso né nella genesi né nella fase esecutiva della protesta che è risultata connessa, invece, a dinamiche purtroppo non infrequenti in qualunque ambiente detentivo. In via generale il Dipartimento svolge una attenta azione di monitoraggio sull’intero sistema penitenziario minorile al fine di ridurre al minimo le possibili criticità derivanti dalla convivenza nelle stesse strutture di minori e giovani adulti ultraventunenni, garantendo, per quanto possibile, la suddivisione in gruppi separati.