Si può morire di social? Il Coisp Napoli risponde

La rete uccide. Cyberbullismo e condivisione di video hot e altro possono diventare potenti quanto una arma. Accade così che una giovane donna di 31 anni si uccida nell’hinterland di Napoli. E’ un nome diventato noto per alcuni video privati diffusi in rete. (leggi qui)

La donna circa un anno fa con un partner aveva ripreso alcune scene hot. Video privati girati con il consenso suo e dell’uomo, video che poi forse sarebbero stati diffusi dal protagonista maschile. E’ con la condivisione sui social che scatta il virale con i relativi commenti. Per qualcuno la ragazza è il nuovo tormentone social, un nuovo video virale da tendenza, per altri una pornostar esperta di marketing.

La rete si sa funziona così tra un click ed una condivisione c’è anche chi monetizza. Di questo la giovane è una vittima a sua insaputa, chiede la rimozione da Internet delle diverse copie del suo video e delle pagine che ne parlano su Facebook e altri social network. Mentre la giovane muore, a Rimini una diciassettenne viene violentata dal branco e le presunte “amiche” ne riprendono la scena per condividerla e commentarla sui social (leggi qui).

Sembrano narrazioni di film ed invece no, sono una realtà passata in breve da fatto di cronaca ad ordinaria quotidianità.

“Il web in Italia ha portato una piccola rivoluzione sociale e digitale, con l’avvento dei Social siamo tutti più connessi c’è chi usa questa possibilità in modo positivo e chi invece no” così dice Giulio Catuogno, segretario generale Coisp Napoli “cosa certa è che leggere le storie tragiche di tante giovani vite spezzate ci lascia profondamente sconfortati. Da sempre i nostri colleghi insistono sulla pericolosità dei social e lo fanno proprio attraverso questi canali stessi. Probabilmente non basta.”

“La rete è ormai necessaria, ci si studia, ci si lavora, nascono amicizie e conoscenze, si intrecciano le vite. E’ questa la normalità di una società tecnologica, non è la rete ad uccidere o a ferire ma è il suo uso sbagliato” . “La rete non può sostituire la vita reale e non deve seppure tra loro esista un sottile filo da non superare. Non è tanto una questione di tempo trascorso online ma è il tipo di collegamenti che si creano. Il vero problema è che l’immensa libertà data dalla rete va saputa gestire” .“I social” ricorda Catuogno “vanno saputi usare e vanno usati con coscienza, sono un patrimonio enorme da utilizzare con saggezza. Internet ed i social hanno superato i confini eliminando qualsiasi frontiera e limite spazio temporale, in un click si è ovunque persino ad ammirare un museo, leggere un libro o passeggiare per le vie di una città sconosciuta. Ogni nostra richiesta è senza limiti e si realizza, anche quella purtroppo di entrare nella sfera più privata delle persone. Con un mezzo tecnologico non si guarda negli occhi né l’amico che gioisce né la vittima che soffre. Si è difronte ad un pc, un tablet, un telefonino, oggetti che ci fanno credere che anche l’altro non abbia emozioni, non soffra. Tutto in un gioco senza barriere. “

Gli ultimi fatti di cronaca e di tante altre vittime del bullismo social insegnano che non sono i mezzi ma il loro utilizzo ad essere errati ed allora utilizzare al meglio i mezzi informatici diventa importante, innanzitutto stare attenti.

Ecco qualche semplice regola che ci sentiamo di consigliare come COISP: 

  • evitare la condivisione social di volti, foto e video di minori (si diminuisce il rischio pedofilia);
  • evitare la condivisione social o via chat di foto private ed intime (si evita il cyberbullismo ed le richieste di ricatto);
  • evitare di interlacciare rapporti con identità non note (fake e profili falsi) ;
  • ottimizzare la privacy dei social in modo da non divulgare informazioni sensibili (si evitano persino ladri d’appartamento);
  • ottimizzare i filtri famiglia se la rete è utilizzata da minori;
  • non esagerare con la condivisione: leggere sempre prima di cliccare.

Redazione

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