Investimenti intelligenti: Il valore reale degli ETF nel circuito economico moderno
Il mondo attuale gira sempre in più intorno ai soldi e alle dinamiche economiche di ogni paese, coinvolto a sua volta in un circuito più grande a livello continentale o extra continentale. Con il liberismo ormai diffuso in tutto il globo e, di conseguenza, l’espansione del libero mercato figlio della riduzione dei dazi doganali e fruibile a qualunque azienda, le fluttuazioni monetarie, aziendali e dei mercati in generali sono sempre più flessibili. In questo complesso scenario un fattore importante e sempre più vincolante è l’investimento in ETF (Exchange Traded Funds), ossia un tipo di fondi di investimento a gestione passiva.
Quotati per la prima volta dalla Borsa di New York nel lontano 1989, gli ETF hanno cambiato il tipo di investimenti, supponendo un costo inferiore agli azionisti, nonostante si trattasse di fondi meno diretti. Questo perché, a differenza dei fondi classici, gli ETF risultano più ‘liquidi’ e possono essere comprati e venduti in ogni momento della giornata lavorativa, oltre ad avere meno spese di gestione. La dinamicità è dunque alla base degli ETF, che funzionano quasi come le azioni classiche che si vendono in ogni mercato nazionale. In Italia, come illustra uno studio infografico sugli ETF pubblicato sul blog di Moneyfarm, gli ETF permettono di investire in 32 paesi e 14 valute convenzionate. Non è un caso, infatti, che dal 2011 il numero di suddetti titoli di investimento sia arrivato oltre gli 1,07 trilioni di dollari, cifra che certifica il loro dominio nei mercati mondiali attuali.
In sostanza, il valore reale di un ETF è rappresentato dal risparmio dei costi di gestione, data l’assenza di manager che se ne occupano, il che permette quindi all’azionista di non andare oltre una spesa dell’1%, mentre per un titolo azionario classico questa spesa può arrivare anche al 3%. Il continuo cambio del suo prezzo permette all’ETF di essere un’azione dinamica e sempre scambiabile durante tutta la giornata, con una diversificazione globale del titolo. In sostanza, un ETF permette all’investitore di effettuare investimenti mirati senza per forza acquistare anche quote di fondi comuni o singole azioni, il che si traduce in una maggior libertà di azione.
Gli ETF risultano particolarmente adatto anche alla costruzione di un piano di accumulo (PAC) attraverso versamenti periodici, anche di piccola entità, effettuati dai singoli investitori. Gli ETF si prestano bene anche all’utilizzo da parte del piccolo risparmiatore, in quanto il lotto minimo di negoziazione è pari a 1 azione/quota di ETF. Per ciò che riguarda le spese ha indicativamente gli stessi costi di negoziazione previsti per le azioni.