Legge Caporalato, Masiello: “Ora stop a frodi e reati agroalimentari”

“Un primo passo è stato compiuto, adesso occorre intervenire per colpire chi fa concorrenza sleale”. Così Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale, commenta i primi sviluppi dopo l’approvazione della legge sul caporalato. “Senza una riforma dei reati agroalimentari e senza una stretta sulle frodi si rischia di creare un paradosso nel quale le azioni di verifica potrebbero interessare solo una parte delle imprese. Il settore agricolo è quello che ha saputo per primo rispondere in passato alle sollecitazioni verso la qualità e la legalità. Ma le norme in materia di frodi alimentari hanno bisogno di essere riviste e adeguate ai tempi. La legalità va sviluppata lungo tutta la filiera, puntando sulla trasparenza dal campo alla tavola. La salute e il lavoro si possono difendere se aiutiamo la crescita di un consumo consapevole”.

Se i prodotti agroalimentari italiani sono ora garantiti, dalle rose alle banane, fino ai gelsomini, sono molti i prodotti importati sui quali secondo la Coldiretti pesa addirittura l’ombra dello sfruttamento minorile che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO). Un fenomeno diffuso nel tempo della globalizzazione dei mercati che si fa paradossalmente finta di non vedere solo perché avviene in Paesi lontani e che viene spesso addirittura incentivato da accordi europei agevolati per l’importazione di prodotti alimentari, dal riso del Myanmar all’olio dalla Tunisia fino alle trattative in corso, anche per i prodotti frutticoli, con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay) dove non ci sono le stesse norme di tutela dei lavoro vigenti in Italia.

Un flusso sul quale spesso lucra la criminalità con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali che rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato, come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari, presentata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando ad ottobre dell’anno scorso e successivamente oggetto di un’ampia consultazione tra le parti sociali dalla Commissione per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare presieduta da Giancarlo Caselli. È importante – conclude Coldiretti – la volontà di procedere attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone.

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Redazione

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