Napoli. Almaviva risponde picche al ritiro dei licenziamenti, Uilcom: “Servono azioni concrete”
Si è concluso l’incontro al ministero dello Sviluppo Economico tra il vice ministro Teresa Bellanovao in rappresentanza del Governo e i rappresentanti dei sindacati dei lavoratori e dell’ azienda Almaviva, sulla nota vicenda dell’intenzione chiaramente espressa da parte dell’azienda di chiudere le sedi di Napoli e di Roma e di licenziare pressoché tutti i dipendenti, circa 3000, più precisamente 2511, dei quali 845 a Napoli.
L’azienda ha risposto picche oggi al ritiro dei licenziamenti. Nell’incontro il dibattito è stato non solo articolato ma anche vivace e serrato. Il prossimo incontro è aggiornato al 27 ottobre. Tuttavia, nonostante le varie sollecitazioni ricevute dal viceministro Bellanova, l’azienda non ha deciso di fare alcun passo in avanti riguardo alla soluzione della vertenza.
“Per noi – dichiara il Segretario della UilCom Campania Massimo Taglialatela – è un atto grave, perché l’azienda ha tenuto un comportamento che dimostrava chiaramente la sua cattiva volontà nel trattare non solo con la controparte sindacale ma anche malafede verso l’attività di mediazione del Governo e delle autorità locali della Regione e del Comune. Venerdì prossimo – ribadisce il Segretario della UilCom Campania – incontreremo i lavorato in assemblea e decideremo le iniziative da mettere in campo per l’attuazione del programma di lotta a salvaguardia del posto di lavoro. Nel frattempo chiederemo al governo – conclude Massimo Taglialatela– che in questi giorni continui ad esercitare la dovuta pressione sulla direzione dell’azienda ai fini di riportare Almaviva sulla strada di proposte concrete e quindi sedersi al tavolo della trattativa il previsto giorno 27 del mese, con un atteggiamento diverso di apertura al dialogo ed avanzare quindi proposte reali e attuabili, tenendo conto dei giusti diritti dei lavoratori coinvolti in questa tormentata vicenda, con uno sbocco positivo per i dipendenti minacciati ingiustamente di licenziamento con il rischio concreto delle chiusure delle sedi di Roma e Napoli”.