(VIDEO) Teverola. Il poliziotto-eroe Nicola Barbato: “Sono paralizzato ma non mi arrendo alla criminalità”

Ai microfoni di Fanpage.it, intervistato da Sandro Ruotolo, parla il vicesovrintendente della Polizia di Stato Nicola Barbato, il poliziotto rimasto vittima dei proiettili esplosi da un giovane camorrista a Fuorigrotta oltre un anno fa (leggi qui). “30 anni solo di strada e non ho ancora finito. Poliziotti non è che ci si nasce, ti viene proprio stampato sulla pelle” esordisce l’intervistato.
Barbato, in servizio per stanare un gruppo di estorsori, tra cui vi era Raffaele Rende, spiega come il proprio lavoro consistesse nel “Sostituirsi ai commercianti. Con il nostro intervento loro hanno la sicurezza di non avere il camorrista difronte”. Durante l’appostamento, Rende individua i poliziotti ed entra nella loro auto per fare fuoco. Barbato viene colpito dietro la testa e va in coma per oltre un mese, al suo risveglio resta paralizzato dal petto in giù.
Tra i ricordi nei giorni di coscienza quello della visita del presidente Mattarella. “Ho temuto di morire quando sono uscito dalla macchina e sono caduto – spiega Barbato – I medici erano scettici all’inizio, però con una buona forza di volontà ho raggiunto dei grandi progressi. Lo sconforto c’è, a volte penso che io ero un poliziotto, ero quello che dava la sicurezza alle persone, adesso invece sono io che ho bisogno di sicurezza. Poi ti rendi conto che puoi fare ancora molto”.
Sulla situazione criminale di Napoli, Barbato si esprime in modo preoccupato: “Napoli è molto pericolosa, perché la camorra è andata in mano ai ragazzini, non c’è più il camorrista di una volta che comandava, ma una comitiva di ragazzini che compiono atti molto forti”. “I nostri nonni hanno fatto guerra per conquistare la libertà, questa è la nostra guerra e dobbiamo combatterla” conclude.
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Redazione

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