(VIDEO/FOTO) Aversa. Spaccio di droga nei locali e negozi, 14 arresti

Questa mattina è stata portata a termine un’ulteriore brillante operazione,denominata “PAPERINO DRUG” dai Carabinieri del Comando di Aversa diretti dal Maggiore Antonio Forte e dal Tenente Adolfo Donatiello, che hanno dato esecuzione ad una maxi ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP Antonella Terzi, nei confronti di 21 indagati, di cui 17 arrestati e 4 finiti ai domiciliari, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord, nelle principali piazze di Aversa, territorio dove continua a proliferare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. E’stata smantellata una delle “piazze” di spaccio di sostanze stupefacenti, presente ad Aversa dove i pusher erano organizzati in un sistema criminale ben congeniato, nella zona delle Palazzine di via Saporito.

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In carcere: Nicola Della Puca, 19 anni; Antonio Maione, 23; Amedeo Migliaccio, 27; Carmela Sfoco, 50; Nicola Cipullo, 42; Salvatore Daniele, 29, Nicola Panarella, 25; (tutti e sette di Aversa)

Donato Palmieri, 29, di Gricignano; Maria Teresa Picazio, 31, di Teverola; Giuseppe Moccia, 31, di Capua.

Ai domiciliari: Djara Zoulkanneli, 20 anni; Nicola Fusco, 40; Giovanni Bifone, 28; (tutti e tre di Aversa) e Luca Rigazio, 31, di Cigliano (Vercelli).

I pusher vendevano le sostanze stupefacenti, principalmente in Piazza Principe Amedeo, in via Verdi e nelle zone della movida, come via Seggio, in particolare di giorno, come emerso dalle attività d’indagine intraprese dai militari di Aversa, che si è sviluppata tra il marzo e agosto 2016 ed ha riguardato un gruppo di soggetti che per conto proprio gestiva le piazze di spaccio della zona e controllavano, le medesime insediate sul territorio. La figura emersa è quella di Palmieri Donato, del cosiddetto capozona, sembrerebbe fosse lui a gestire e il traffico e assegnare i compiti agli altri spacciatori, il tutto con la complicità della propria madre, arrestata anch’essa, Sfoco Carmela, la quale nascondeva per conto del figlio grossi quantitativi di droga, che passava in dosi ridotte al figlio, in modo tale che in caso di controlli dei carabinieri, non gli avrebbero trovato molta droga addosso. Addirittura durante una perquisizione a blitz dei militari, presso l’abitazione di Palmieri-Sfoco, la donna per non far trovare la droga se l’era messa in bocca. Stamani durante l’arresto, a casa di Palmieri Donato, sono inoltre state trovate altre dosi di stupefacente, vale a dire 10 dosi di marjuana e 8 di crak. Le indagini ora sono rivolta a scoprire i fornitori all’ingrosso degli stupefacenti, i sospetti già ci sono, e nei prossimi giorni ci potrebbero essere altri numerosi arresti, di personaggi di altri territori, che fanno capo a sodalizi criminali. Il territorio aversano da tempo è divenuto nota come piazza di spaccio, per i giovani della movida che in migliaia affollano le strade cittadine nei pressi di locali, e le piazze cittadine. Giovani provenienti non solo dai comuni dell’Agro Aversano, ma anche da quelli dell’hinterland di Napoli con l’obiettivo di sballarsi e trascorrere una notte diversa, ed è questo l’aspetto più grave che i consumatori sono tantissimi e spesso provengono da famiglie benestanti, ricche, sono minorenni e nessuno dei familiari li controlla. Telecamere e controlli a tappeto dei clienti hanno permesso di individuare i ruoli di ciascuno. Sotto gli occhi umani o elettronici dei validi e solerti carabinieri diretti dal tenente Donatiello, sono passate centinaia e centinaia di cessioni di cocaina. Tra i soggetti destinatari di misura vi è anche Menditto Lorenzo, arrestato e finito ai domiciliari più volte, lo stesso qualche settimana fa era finito in ospedale perchè precipitato dal balcone di casa, forse per un tentativo di suicidio. I soggetti destinatari della misura cautelare sono risultati, secondo l’impianto accusatorio gestivano, con modalità innovative rispetto a quelle finora note alle cronache giudiziarie, le piazze di spaccio. Inoltre anche nelle intercettazioni telefoniche ed ambientali è emerso come usassero dei codici per stabilire il tipo di droga e il quantitativo, e gli acquirenti erano a conoscenza del linguaggio criptato, poichè capivano il messaggio e poi si incontravano per l’acquisto.

Christian de Angelis

Redazione

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