Napoli. I consigli del Coisp: come affrontare le baby gang
Da tempo ormai le baby gang spaventano Napoli. Giorno dopo giorno alcuni fatti di cronaca s lasciano attoniti tutti. Delinquenti giovanissimi dai tredici ai quindici seminano terrore con l’arma in pugno.
E’ così accaduto che qualche giorno fa due studentesse americane venissero spaventate da una baby gang armata nei pressi di via Toledo. Agili e scattanti, tecnologici, capaci di avvistare le vittime e di inseguirle: profilo dei membri di una gang. Se nella centralissima via Toledo le vittime sono due giovani donne, nel vicino centro storico due sono gli studenti spagnoli accoltellati con dei taglierini in seguito a un diverbio avuto con un gruppetto di ragazzotti.
In piazza Carità a Ponticelli è stato segnalato un ferito a colpi di bottiglia e sempre a Ponticelli altri giovani sono stati violentemente percossi con mazze da baseball e rapinati di soldi e cellulare. La cronaca potrebbe tristemente continuare all’infinito.
“Una situazione non più sostenibile” dichiara Giulio Catuogno segretario generale COISP Napoli, “le baby gang agiscono spesso impunite di giorno e di notte”. “Purtroppo l’escalation di violenza giovanile è sempre più efferata e l’inflazione delle leggi e delle regole segue ormai da tempo una crescita esponenziale. Esempi negativi, denunciati più volte dall’organizzazione che rappresento, arrivano ai giovanissimi dalle fiction ambientate a Napoli e paraggi”. “I membri delle baby gang sono ragazzi che in gruppo taccheggiano, picchiano coetanei e non solo, commettono abusi sessuali di gruppo, svuotano appartamenti e negozi. La questione importante” sottolinea Catuogno “è capire perché questi gruppi giovanili sono così efferati e spudorati nel commettere reati, reati che spesso poi vengono orgogliosamente enfatizzati in rete”
Quelle che un tempo venivano indicate come “le cattive compagnie” oggi sono diventare baby gang con caratteristiche simili, talvolta, a quelle della criminalità organizzata. Nei membri di una gang, spesso, c’è il desiderio di trasgressione, il voler tenere alto il livello adrenalinico, il tutto il più delle volte è supportato dall’abuso di alcool o di sostanze stupefacenti. A scatenare il desiderio di trasgressione è la “noia” di avere sempre tutto a portata di mano.
Gruppi di ragazzi organizzati in modo meticoloso sono capaci persino di “firmare” i proprio reati con l’utilizzo di una stessa metodologia, di una arma propria o impropria, gruppetti che vorrebbero agire indisturbati in ogni dove. Bande riconoscibili dall’uso di uno stesso capo di abbigliamento o di un tatoo ben in vista, talvolta di una maschera. “Lo stile” sottolinea Catuogno “ è ormai noto, le modalità di aggressione sono simili: adocchiare la vittima, circondarla, non dare nessuna possibilità di reazione. Insulti, minacce, botte e quanto altro”.
“Per porre rimedio a questo genere di devianza” suggerisce il Coisp Napoli “ancora una volta scuola, famiglie e Forze dell’Ordine devono lavorare insieme. Nel momento dell’adolescenza è necessario che il giovane sia in grado di percepire quando il gruppo è negativo e riuscire a fare un passo indietro. Il difficile compito di insegnare questo modo di vedere spetta innanzitutto alle famiglie.
Tolleranza zero ed interventi delle donne e degli uomini della Polizia di Stato, nonostante possa sembrare il contrario, sono all’ordine del giorno. A Napoli quotidianamente i nostri colleghi operano in tal senso, serve però maggiore collaborazione da parte dei cittadini che devono immediatamente segnalare la presenza di questo genere di gruppi”.“ Non esiste una soluzione concreta contro la criminalità minorile ma è possibile lavorare in sinergia e far sì che il fenomeno non sia sottovalutato cercando in ogni settore la giusta exit strategy”.